Il caso. Il giornalista Delia minacciato: lascio Malta. Indagò sull'omicidio Caruana
Manuel Delia
Manuel Delia ha annunciato che lascerà Malta dopo aver ricevuto crescenti minacce da persone accusate di complicità nell'omicidio di Daphne Caruana Galizia. Intervistato da Articolo 21, il giornalista ha dichiarato di avere il sostegno del Centro Europeo per la libertà di stampa nella ricerca di un "luogo sicuro" in cui restare finché la situazione a Malta non sarà migliorata. "Ho paura che l'idea di imminenti elezioni possa spingere qualcuno a far del male a me o alla mia famiglia facendosi passare per eroe", ha affermato Delia, fra l’altro attivista della ong Repubblika, protagonista delle proteste di piazza che nel dicembre 2019 portarono alla caduta del governo di Joseph Muscat dopo la svolta nelle indagini sull'omicidio Caruana che portarono all'arresto del tycoon Yorgen Fenech come mandante.
Lo stesso Delia ha confermato al Times of Malta che a breve lascerà il Paese, in attesa che le autorità prendano provvedimenti a sua tutela: "Le cose hanno cominciato ad accumularsi da un po' di tempo. Ho cominciato a fare preparativi dopo che Yorgen Fenech (il potente uomo d’affari accusato di essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, ndr) ha pubblicamente chiesto un'indagine penale sugli articoli che ho scritto e dopo aver saputo che intendeva farmi causa nel Regno Unito per una somma assurda”. Non solo: “Quasi tutte le notti riceviamo telefonate anonime di minacce. Voglio continuare a fare il mio lavoro, ma devo anche garantire che la mia famiglia sia al sicuro. Ho la responsabilità di prendere precauzioni all'altezza della situazione. Lavorerò per un po' da lontano, finché le cose non andranno un po' meglio".
Nell'intervista ad Articolo 21 Delia ha riferito che sua moglie è stata aggredita in pubblico da attivisti del Partito Laburista. Il giornalista ha affermato di temere non solo le minacce di "criminali che sono in prigione e fuori" ma soprattutto "l'atmosfera di impunità".
Un anno fa Delia è stato accanto ad Avvenire nel processo avviato dalla magistratura di Malta contro Neville Gafà, accusato dalla polizia maltese di avere rivolto minacce al giornalista Nello Scavo. Gafà venne prosciolto per insufficienza di prove. Nel corso di alcune udienze, una folla di sostenitori di Gafà, che fu uno dei più stretti collaboratori del premier Muscat, aveva insultato e minacciato Delia e la delegazione italiana.
"Questi criminali - spiega Delia - traggono la loro forza dal partito di governo, che esiste per perpetuare il suo potere e che spinge i suoi media a screditare gente come me". Un riferimento, questo, ai servizi del canale televisivo One in cui "vengo accusato di controllare il partito di opposizione, qualcosa di molto simile alla demonizzazione che venne fatta contro Daphne".