Attualità

MOBILITAZIONE. Manovra e Province, la rivolta degli enti locali

giovedì 8 settembre 2011
Via libera da Consiglio dei ministri al disegno di legge costituzionale per l'abolizione delle Province e il trasferimento delle loro funzioni. Su proposta del Presidente del Consiglio e dei Ministri per le riforme ed il federalismo e per la semplificazione normativa, si legge nel comunicato di palazzo Chigi, è stato approvato il ddl costituzionale che "disciplina il procedimento di soppressione della provincia quale ente locale statale".Al provvedimento ha fatto seguito la convocazione, giovedì prossimo a Roma, di una giornata di mobilitazione di tutti i Presidenti delle Province d'Italia. Lo ha annunciato questa mattina Giuseppe Castiglione, Presidente della Provincia di Catania e Presidente dell'Upi (Unione Province d'Italia). "Incontreremo i segretari dei partiti politici - ha spiegato Castiglione - visto che il Governo non ci ha dato ascolto sull'abolizione delle Province, siamo convinti che invece il Parlamento ci ascolterà. Siamo convinti che il Parlamento modificherà il Ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri poichè il provvedimento porterà solo ad un aumento dei costi della politica". La mobilitazione delle Province ha trovato una immediata sponda anche negli altri enti locali. Regioni e Comuni hanno aderito alla manifestazione di giovedì e hanno scritto una lettera congiunta al governo, in cui chiedono di riprendere il dialogo sulla manovra economica, definita insostenibile, perchè avrà conseguenze dirette sui servizi ai cittadini. Le firme sulla lettera sono del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, del presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, e del presidente facente funzioni dell'Anci, Osvaldo Napoli."Regioni, Province e Comuni all'indomani dell'approvazione al Senato della manovra-bis - si legge nel testo - ribadiscono al Governo l'insostenibilità delle misure introdotte nelle loro competenze, perché avranno come conseguenza diretta ed inevitabile una contrazione dei servizi pubblici ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, nonché effetti ulteriormente depressivi sull'occupazione e sull'economia. Ribadiscono ancora una volta al Governo l'appello da ultimo rivolto al Presidente del Senato e ai Presidenti dei Gruppi parlamentari, riguardo alla necessità di introdurre correttivi alla manovra, attraverso un confronto che conduca alla rimodulazione dei tagli, pur a saldi invariati ,e alla revisione del Patto di stabilità".I sindaci, dal canto loro, restituiranno simbolicamente ai prefetti le proprie deleghe sulle funzioni di anagrafe. Alla mobilitazione si uniranno una serie di altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzionale contro gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull'organizzazione istituzionale dei 5800 Piccoli Comuni sugli 8 mila totali.Nella lettera si ribadisce la necessità di Regioni, Province e Comuni, di proseguire con la mobilitazione già avviata nelle scorse settimane con nuove iniziative "per illustrare ai cittadini - scrivono - le conseguenze che la manovra avrà in settore vitali quali Tpl, Sanità, Sociale, Istruzione e Formazione, Lavoro, Ambiente e Viabilità, non escludendo la possibilità di tutelare le prerogative costituzionalmente garantite nelle sedi giurisdizionali opportune".Apprezzamento al superamento delle Province arriva invece dalla Cisl. Il segretario generale aggiunto, Giorgio Santini, ha detto che si tratta di "una riforma che la Cisl sostiene da tempo al fine di ridurre i costi della politica e di semplificare gli assetti istituzionali. Riservandoci un giudizio più compiuto dopo un esame attento del testo, riteniamo comunque che la nuova articolazione istituzionale debba prevedere 3 livelli: stato, regioni e comuni, e quindi le unioni dei comuni o, alternativamente, le città metroplitane devono essere sostitutive rispetto alle province eliminate".Al posto delle Province le Regioni dovranno istituire "forme associative fra i Comuni" per il governo della cosiddetta "area vasta". Una sorta di 'super-Comunì o, come le chiama il ministro Roberto Calderoli, 'province regionalì, cui dovranno andare tutte o alcune delle funzioni che oggi spettano alle Province. È quanto prevede il ddl costituzionale approvato questa mattina dal Consiglio dei ministri. Dopo il via libera del Parlamento, che si dovrà esprimere con la maggioranza dei due terzi, la parola "Province" sarà cancellata dalla Carta. E l'organismo cesserà dunque di esistere.