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La bozza. Manovra, intesa sulla casa e avanti sulla famiglia. Oggi un nuovo vertice

Eugenio Fatigante mercoledì 30 ottobre 2019

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Occhi puntati oggi sul vertice di maggioranza di oggi pomeriggio sulla manovra. Forse l'ultimo, dopo che quello di ieri è durato due ore. Tuttavia la ricerca di novità da parte della maggioranza sulla legge di Bilancio (il cui testo è ancora da definire a fine ottobre), dopo la sferzata-choc ricevuta con la sonora sconfitta in Umbria, per ora non ha prodotto soverchie novità. L’unica certezza riguarda un capitolo tutto sommato minore, ma fonte di molte polemiche: la tassazione sulle case.

Fonti di governo hanno riferito che c’è l’intesa per mantenere bloccata al 10% la cedolare secca che riguarda circa 250mila affitti a canone concordato, che quindi non crescerà più dal 2020 al 12,5% (e ancor prima era previsto il 15). Marcia indietro anche sull'aumento dell'imposta ipotecaria e catastale sui trasferimenti immobiliari soggetti all'imposta di registro sull'acquisto della prima casa. «Diversamente da quanto anticipato negli scorsi giorni dagli organi di stampa, non sarà introdotto alcun aumento», assicura oggi il premier Giuseppe Conte. Mentre si tratta ancora sulle partite Iva, divenute un cavallo di battaglia dei 5 stelle che intendono mantenere inalterata la Flat tax al 15% per i redditi fino a 65mila euro l’anno (introdotta quando erano al governo con la Lega): la viceministra Laura Castelli ha detto che si stanno cercando le risorse per evitare i limiti introdotti nella prima versione del testo, «la maggioranza ha condiviso questa nostra sollecitazione», ha detto.

Quanto all’atteso capitolo sulla famiglia, dalla riunione - presieduta dal premier Giuseppe Conte con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e i capi delegazione di governo dei quattro partiti (incluso Luigi Di Maio per M5s) - pare che sia uscito confermato l’impianto impostato per il 2020, senza ulteriori novità di rilievo. «Sì, c’è tutto il nostro pacchetto», ha detto a sera Luigi Marattin di Italia Viva: in attesa dell’assegno unico dal 2021, quindi, l’anno venturo ci saranno l’assegno per i nuovi nati suddiviso in 3 fasce (80, 120 e 160 euro al mese, secondo la ricchezza globale del nucleo familiare), il bonus per avere gratis l’asilo-nido (sempre suddiviso in 3 fasce, da 1.500, 2.500 e 3mila euro) e la conferma degli 800 euro del bonus "Mamma domani", tutte misure già annunciate dal ministro Elena Bonetti.

L’urgenza concordata, dopo settimane di caos, è dare un segnale che vada nella direzione dello stop a nuove tasse. Tutti votano per la casa. Si dà pure una limatina alle nuove tasse sulle sigarette: il prelievo (che non tocca quelle elettroniche) c’è, ma si fermerà a 88 milioni di gettito. Spunta anche un aumento di 0,005 euro su ogni pezzo delle confezioni di cartine e filtri per le sigarette da arrotolare. Per il resto, è confermato lo stanziamento di altri 140 milioni l’anno per il programma "Industria 4.0", mentre la copertura sulla cedolare bloccata arriverà da ulteriori prelievi sul settore dell’azzardo. Tra le novità dell'ultima ora c'è la perdita di un miliardo da destinare al taglio del cuneo fiscale: nel 2021 varrà solo 5 miliardi (e non 6). Per gli incentivi a chi paga con le carte sono stanziati 3 miliardi (ma il meccanismo sarà definito ad aprile). In particolare per ottenere le detrazioni al 19% le spese dovranno essere "certificate" con bonifici o, appunto, pagamenti con strumenti elettronici. E oltre il limite di reddito di 120mila euro lo sconto fiscale si ridurrà, per azzerarsi dopo i 240mila. Arriva un nuovo fondo per l a"rinascita delle città in base a progetti selezionati. A tutela dell'obiettivo di centrare l'obiettivo di deficit per il 2020 è previsto un doppio meccanismo di "freezing": oltre al blocco di spese per un miliardo c'è un ulteriore accantonamento per Quota 100. Nella bozza compare anche una nuova spending review. Verranno toccati emolumenti e gettoni di presenza negli organi di amministrazione controllo pubblici, escluse le società. Previsti altri 225 milioni nel 2020 (per un totale di 1,5 miliardi) e 1,4 miliardi nel 2021 (per un totale di 3,175 miliardi) per il rinnovo dei contratti degli statali. Sul versante ambientale via le esenzioni e gli sconti fiscali sulle asse dovute per i prodotti delle trivelle. Ma tutto questo non basta ancora a firmare la pace. Restano diverse richieste inevase: da New York, Matteo Renzi manda anche il promemoria che va cancellata la "sugar tax" (per ora confermata assieme alla tassa sugli imballaggi in plastica), oltre a rilanciare ancora una volta la battaglia contro "Quota 100" sulle pensioni.

Una buona notizia è arrivata martedì da Bruxelles: il commissario lettone Valdis Dombrovskis ribadisce le «preoccupazioni» sui conti italiani, ma anche che «al momento» non esiste l’ipotesi di un rifiuto della manovra. Il giudizio più complessivo arriverà dopo il 7 novembre. Ed è in nome dell’equilibrio dei conti che Conte e Gualtieri tengono fermo l’impianto complessivo della manovra da 30 miliardi. Ora si accelera. Ed è anche un modo per evitare che un accordo sia di nuovo rimesso in discussione. Il rischio c’è, con M5s in subbuglio e le fibrillazioni di Pd e Iv.