Manovra in dirittura d'arrivo al Senato, dove il governo dovrebbe chiedere il voto di fiducia come è avvenuto alla Camera. Il governo ha confermato l'intenzione di non modificare in alcun modo il testo, nonostante il malumore dei sindacati. Si prevede che la manovra possa essere licenziata da Palazzo Madama o giovedì sera o venerdì 23 dicembre.L'attenzione si sposta così sugli ordini del giorno che potrebbero chiedere all'esecutivo di assumere alcuni impegni per le prossime settimane, a iniziare dalla questione delle frequenze televisive, già segnalata in un ordine del giorno approvato dalla Camera, fino a minori penalizzazioni per chi va in pensione prima e al pagamento dell'Imu per gli edifici ecclesiastici.Venerdì dovrebbe poi tenersi la riunione del Consiglio di ministri con all'ordine del giorno il decreto milleproroghe che viene di solito promulgato alla fine dell'anno. In questo decreto il governo potrebbe prevedere alcune ulteriori correzioni alla manovra, soprattutto sulle liberalizzazioni e la possibile asta sulle frequenze, oltre che sulle norme riguardanti i cosiddetti "lavoratori precoci".Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha chiesto all'esecutivo di aprire il dialogo con i partitiproprio in vista del varo del decreto milleproroghe. Lo stesso ha fatto Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ritenendo necessario in particolare un confronto su crescita e liberalizzazioni.
Angelino Alfano, segretario del Pdl, mette le mani avanti rispetto all'ipotesi di nuovi provvedimenti economici: «Se ci fosse necessità immediata di una manovra correttiva, ci sorprenderemmo molto». L'ex ministro Roberto Maroni annuncia che l'opposizione della Lega si articolerà soprattutto nei territori, a iniziare dalla campagna per il non pagamento della tassa sulla prima casa.Enrico Letta, vicesegretario del Pd, sostiene senza tentennamenti che il governo Monti deve proseguire la sua azione fino alla fine della legislatura nel 2013. Il segretario Pier Luigi Bersani invita a rinviare a gennaio ilconfronto sull'abolizione o meno dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale, ribadisce intanto che sulle liberalizzazioni di taxi efarmacie «le resistenze incontrate finora non impediranno al governo di tornare alla carica, andremo avanti».
Enzo Moavero, ministro per li Affari europei, conferma che le misure per lo sviluppo «arriveranno a iniziare da gennaio e verranno adottate non necessariamente in un unico pacchetto ma in una progressione di diversi interventi». Ed Elsa Foriero, ministro del Welfare, pur smussando la propria posizione sull'abolizione dell'articolo 18, conferma che l'esecutivo ha intenzione di procedere processualmente alla riforma del mercato del lavoro. A garantire il sostegno del Pdl al governo ci pensa lo stesso
Silvio Berlusconi che oggi incontrerà a colazione, a Palazzo Chigi, il premier Mario Monti. Un gesto distensivo deciso ieri, quando i due hanno conversato al Quirinale prima dell'intervento del presidente Giorgio Napolitano rivolto alle alte cariche dello Stato. È stato lo stesso ex presidente del Consiglio, conversando con i cronisti, a fare riferimento a un possibile argomento del colloquio con Monti di oggi sollecitato, ci ha tenuto a precisare, dal premier in carica: la tracciabilità dei pagamenti in contante. Berlusconi si è detto non d'accordo sul tetto stabilito a mille euro: «Ho avuto vibranti proteste da parte di tutti coloro che vendono articoli di lusso come antiquari o gioiellieri perché molte volte si fanno acquisti che non vuoi che gli altri sappiano che fai, magari colleghi o la moglie». Positivo poi il commento di Berlusconi al discorso di Napolitano che ha spiegato che la democrazia non è affatto sospesa per via della formazione del governo Monti e ha sottolineato ancora una volta la gravità della crisi economica che attraversa l'Italia e l'Europa. L'ex premier conserva tuttavia le sue perplessità nei confronti di una manovra che definisce «recessiva». Nessuna conferma da parte di Berlusconi su un incontro con Umberto Bossi che si sarebbe svolto ieri.Proprio ieri, a palazzo Koch, si è svolta un'altra importante colazione di lavoro fra il premier Monti, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e i membri del Direttorio di via Nazionale. Il presidente del Consiglio, si legge in una nota, «ha manifestato apprezzamento per la proficua collaborazione stabilitasi con la Banca d'Italia».