Governo. Meloni: niente tagli alle pensioni di vecchiaia, salvi i diritti acquisiti
I leader sindacali oggi al tavolo di Palazzo Chigi
In un lungo incontro con i sindacati oggi sulla manovra la disponibilità del governo a correggere, ma non a cancellare, la norma che penalizza le pensioni di diverse categorie di lavoratori pubblici, tra cui i medici. Provvedimento che rappresenta il principale, anche se non unico, oggetto del contendere tra le parti sociali e l'esecutivo.
«Stiamo lavorando per modificare la misura (sulle pensioni, ndr) nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo anche che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31 dicembre 2023 i requisiti attualmente previsti, ha assicurato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per il solo comparto sanità si sta inoltre "valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all'approssimarsi all'età della pensione di vecchiaia. Faremo del nostro meglio per risolvere e correggere», ha aggiunto la premier.
Si tratta di mettere mano all’articolo 33 del ddl di Bilancio, che rivede le aliquote di rendimento per gli assegni di diverse categorie di dipendenti della Pa, determinando tagli consistenti alle future pensioni. Misura contro la quale i medici hanno già proclamato uno sciopero e sulla quale pendono dubbi di costituzionalità, oltre ai rischi di accentuare la fuga dei camici bianchi dal pubblico. In base al testo attuale la pensione verrebbe tagliata a 732mila lavoratori pubblici in vent’anni, e tra questi 55.600 medici.
Si tratta di mettere mano all’articolo 33 del ddl di Bilancio, che rivede le aliquote di rendimento per gli assegni di diverse categorie di dipendenti della Pa, determinando tagli consistenti alle future pensioni. Misura contro la quale i medici hanno già proclamato uno sciopero e sulla quale pendono dubbi di costituzionalità, oltre ai rischi di accentuare la fuga dei camici bianchi dal pubblico. In base al testo attuale la pensione verrebbe tagliata a 732mila lavoratori pubblici in vent’anni, e tra questi 55.600 medici.
Le modifiche annunciate dalla premier entreranno nel maxi emendamento annunciato dal governo, atteso in Commissione al Senato. Ma il testo non c'è ancora e prima resta da superare lo scoglio delle coperture finanziarie, perchè la modifica ridurrà i risparmi attesi dalla norma.
Divergenti i commenti delle organizzazioni sindacali. Per il numero uno della Cisl Luigi Sbarra è stato "un incontro molto importante sia nel metodo che nel merito" e "un segno di rispetto dopo le mobilitazioni". "Abbiamo chiesto di ritirare l'articolo 33 e il governo ci ha assicurato che ci saranno miglioramenti della norma per le pensioni di vecchiaia e si sta ragionando anche per le pensione anticipate". Nel complesso "confermiano il giudizio favorevole ma serve un ulteriore sforzo". Pollice verso da Maurizio Landini, segretario Cgil: l'incontro "conferma tutte le ragioni dello sciopero perché al di là dell'ascolto, al momento il governo non ha cambiato nulla della manovra". E sull'articolo 33 "si è limitato a dire che stanno ragionando. Continua a essere una manovra sbagliata". Anche per il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, "il governo ha confermato l'impostazione della manovra e solo sull'articolo 33 stanno valutando eventuali modifiche. Mentre alla domanda se è vero o falso che fanno cassa sulle pensioni, non hanno risposto, come ci aspettavamo".
A conclusione dell'incontro, durato tre ore, Meloni ha affermato tra l'altro che "sarebbe bello rendere strutturale" il taglio del cuneo "ma diventa difficile in questo preciso contesto quando non sappiamo ancora quali saranno le regole (in Europa, ndr) con le quali operiamo nei prossimi anni. Il governo ce la sta mettendo tutta per arrivare a un nuovo Patto di stabilità e di crescita che sia sostenibile e orientato più alla crescita che non alla stabilità". All’incontro a Palazzo Chigi hanno partecipato oltre a Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida, Marina Calderone, Raffaele Fitto e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano e i segretari di di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cida, Cisal, Confintesa, Confsal e Usb.