C’è l’intesa sull’emendamento. Bonus bebè, Ap esulta: «Fondi ok, battaglia vinta»
Pare scongiurata la scomparsa prematura del bonus bebè, il sussidio da 80 euro al mese destinato ai nuovi nati. Secondo i senatori di Alternativa Popolare, la maggioranza ha trovato un accordo per rifinanziare la misura ed estenderla anche al 2018: «Siamo molto soddisfatti perché Ap ha vinto la sua battaglia sul bonus bebè. Uscito dai radar, sarà invece integralmente rifinanziato per il prossimo triennio», hanno dichiarato la presidente dei senatori, Laura Bianconi, e Marcello Gualdani, correlatore della legge di Bilancio. Le risorse per confermare l’agevolazione «è già stata di notevole successo» ammontano, spiega Gualdani, a 185 milioni di euro per il 2018 e a 403 milioni per ciascun anno nel 2019 e 2020, «cifre che sono coperte». Se sarà erogato con le stesse modalità, il contributo sarà appunto di 80 euro al mese, ovvero 960 euro all’anno, riconosciuti fino ai tre anni di età (o di ingresso in famiglia) del bambino e riguarderà tutti i nuclei con reddito Isee fino a 25mila euro annui. L’importo è raddoppiato a 160 euro se la famiglia non supera i 7mila euro Isee.
L’accordo politico di ieri non è stato però ancora tradotto in un emendamento, mentre in queste ore governo e maggioranza stanno cercando di trovare la quadratura del cerchio tra le molte richieste di modifica alla manovra e le magre risorse disponibili. L’obiettivo dei dem è anche l’aumento della soglia di reddito entro la quale un figlio è considerato "a carico", fermo a 2.840 euro ormai da molti anni. «I bonus vanno bene ma rientrano in una logica emergenziale – ha affermato il deputato dem Edoardo Patriarca –. Noi dobbiamo fare di tutto invece per realizzare una politica strutturale per le famiglie». Il problema è che tanto il bonus bebé che gli sgravi "pescano" dallo stesso capitolo di spesa. E al Senato stanno ancora facendo i conti sulle coperture.