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Conti pubblici. Manovra e casa, governo in tilt. Meloni: «Non alziamo le tasse»

Matteo Marcelli mercoledì 9 ottobre 2024

La revisione dei valori catastali annunciata da Giancarlo Giorgetti ha sollevato un polverone tale da costringere Giorgia Meloni a metterci la faccia. In realtà, nel video messaggio postato ieri sui social, la premier non ha parlato di casa, ma sulla possibilità di un aumento delle tasse a copertura della manovra è stata categorica: non ci sarà e «non saranno chiesti sacrifici» agli italiani. Le tasse, semmai, «le alzavano i governi di sinistra», ha incalzato il capo dell’esecutivo, «noi le abbassiamo», e non è certo la maggioranza a voler introdurre la patrimoniale, ma le opposizioni.

Il messaggio è chiaro, ma non scioglie il nodo casa, né quello delle accise sul diesel. Quest’ultimo, peraltro, previsto nel Psb, che ieri ha passato un primo test in Parlamento con l’approvazione di Camera e Senato della risoluzione di maggioranza sul documento. Il titolare del Mef ha chiarito che l’intervento «non riguarda i trasportatori», che godono di «una disciplina specifica e non saranno interessati dall’allineamento». Una precisazione che, almeno per ora, dovrebbe scongiurare lo sciopero minacciato dalla categoria dopo l’annuncio del ministro. Sulla casa, però, le incognite restano. Il tema per la destra è quasi identitario e va maneggiato con cura. Tanto è vero che ieri mattina sia la Lega, con una nota, sia Forza Italia, hanno smentito qualunque ipotesi di nuove tasse sulle abitazioni. Il sottosegretario al Mef, Federico Freni, lo ha ribadito poco dopo, spiegando che «sarebbe bastato ascoltare le parole del ministro e guardare cosa c'è scritto nel Psb per vedere che nessuno prospetta alcuna tassa sulla casa». Anche perché, ha aggiunto, «la casa per il centrodestra è sacra e nessuno la tasserà». Tuttavia, gli azzurri continuano a essere preoccupati e non hanno mancato di farlo sapere pubblicamente e a più riprese. Il senatore Dario Damiani, uno tra i tanti, ha assicurato che FI «sarà un baluardo» contro qualunque tassa sulla casa, ed è chiaro che il messaggio è diretto soprattutto a Palazzo Chigi e al Tesoro.

Giorgetti non può che prenderne atto, ma sa bene che da qualche parte bisognerà trovare le risorse per blindare le misure a favore delle famiglie e della natalità, su cui l’esecutivo ha investito molto. Parlando della revisione delle stime Istat sul Pil, ha insistito a lungo sulla questione demografica: «Un Paese come il nostro che decresce e perde centinaia di migliaia cittadini non può immaginare una crescita nell'ordine del 3-4%». E poi in Italia, ha rivendicato, «il potere d’acquisto aumenta», il problema è che «questo non si traduce in consumi ma in risparmio», perché «quello che si vede in tv e si legge su internet induce un comportamento conservativo». Insomma, «il Pil pro capite cresce ma quello aggregato dell'Italia no – ha sintetizzato il ministro –. E questo lo voglio dire perché quando andremo a fare delle scelte in materia di legge di bilancio, abbiamo bisogno di guardare lungo, anche alle nuove generazioni».

Gli appelli alla responsabilità non bastano però ad ammansire le opposizioni, che picchiano proprio sulle nuove tasse, convinte che l’esecutivo, prima o dopo, dovrà uscire allo scoperto e annunciarle. «Ce la ricordiamo Giorgia Meloni davanti al benzinaio – ha attaccato Elly Schlein puntando il dito sulla rimodulazione delle accise –. Spieghi ora questa “tassa Meloni”. È scritto nero su bianco nel Psb: utilizzare il riordino delle spese fiscali come il riallineamento delle accise di diesel e benzina. Una tassa che costerà 70 euro a famiglia». Per il leader di Avs, Angelo Bonelli, l’esecutivo «sta difendendo l’accumulazione di ricchezza nelle mani di pochi». Mentre secondo il presidente 5s, Giuseppe Conte, «Meloni ha una bella faccia tosta nel dire che non ha aumentato le tasse. Cos'è il raddoppio dell'Iva sui pannolini? I tagli alla sanità e alle pensioni? Ecco questi sono tagli, sono nuove tasse».