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Conti. Manovra da 23 miliardi (quasi) pronta. Rdc, no ai tagli. Pensioni, la Lega frena

Nicola Pini mercoledì 20 ottobre 2021

Il premier Draghi e il ministro dell'Economia Daniele Franco durante la conferenza stampa di presentazione della manovra

Otto miliardi di euro per tagliare le tasse, sui 23 totali della legge di Bilancio. Un miliardo in più per il reddito di cittadinanza, che però sarà rivisto. Fondi per la riforma degli ammortizzatori sociali. Proroga del Superbonus per l’edilizia anche nel 2023, ma solo per i condomini. E poi il capitolo pensioni, il più spinoso: la Lega non è d’accordo sulla nuova 'Quota 102' ed esprime una 'riserva politica'.

Risultato: sulla previdenza non c’è stata nessuna decisione formale anche se poi il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il Documento programmatico di bilancio (che viene spedito a Bruxelles) con i contenuti e gli stanziamenti della manovra. Ciò significa che nella scrittura dell’articolato di legge l’esecutivo dovrà attenersi alle cifre contenute nel Dpb. Ma sui nuovi criteri di uscita anticipata dal lavoro dopo la fine di Quota 100, i giochi non sono ancora del tutto fatti. Per ora non è prevista nemmeno la conferma di Opzione donna, strumento per favorire l’uscita anticipata delle lavoratrici dipendenti e autonome, scelta non condivisa in Consiglio da diversi ministri. Nel comunicato diffuso in serata Palazzo Chigi si è limitato a scrivere che sono «previsti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario», ovvero le regole della legge Fornero.

Al termine di una giornata impegnativa, prima la cabina di regia poi il Cdm, il governo ha portato così a casa il primo dei due adempimenti dovuti. Per la manovra (che avrebbe dovuto essere inviata al Parlamento entro stasera) ci vorrà ancora qualche giorno. Un provvedimento, si afferma, che «ha l’obiettivo di sostenere l’economia nella fase di uscita dalla pandemia, rafforzare il tasso di crescita» e «ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese». Resta da pesare l’ipoteca leghista sulle pensioni. Peraltro i ministri della Lega hanno espresso riserve anche su un altro punto, la riforma degli ammortizzatori sociali, che punta a rendere universale il sostegno a chi perde il lavoro: nel mirino l’aumento delle contribuzioni previdenziali a carico delle piccole imprese per finanziare l’estensione della Cig.

Dal resto della maggioranza non sono arrivati particolari problemi per Mario Draghi e per il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Certo ogni partito ha presidiato le sue priorità programmatiche e i distinguo non mancano. Sul fisco sono stati in particolare Forza Italia e Italia Viva a chiedere di aumentare la dote finanziaria. Ma alla fine il punto di caduta di 8 miliardi, che saranno impegnati in buona parte per finanziare un primo taglio del’Irpef sui redditi medi, è stato accettato. Nessuno scontro per ora sul Reddito di cittadinanza, misura difesa a spada tratta dal M5s e osteggiata da centristi, Fi e Lega.

Alla fine con la legge di Bilancio arriverà per il Reddito un miliardo in più per il 2022 rispetto alla previsioni. In tutto ci saranno a disposizione 8,8 miliardi, la stessa cifra di quest’anno, quando i fondi sono stati più volte aumentati per fare fronte al maggior tiraggio della misura causato dalla pandemia. Il Rdc verrà tuttavia rivisto per limitare gli abusi e anche per cercare di rimodulare gli assegni, in modo da superare il paradosso che vede oggi meno avvantaggiate le famiglie nu- merose. Inoltre si interverrà sul versante politiche attive, prevedendo un disincentivo economico per chi rifiuta un lavoro. Sulla proroga al 2023 del Superbonus, compromesso tra la prudenza del Mef e il pressing dei partiti: l’estensione sarebbe limitata ai condomini e Iacp, mentre sarebbero escluse le villette unifamiliari.

Tra gli altri bonus edilizi sarebbero confermati per il 2022 il credito d’imposta al 50% e quello al 65%, ma non il bonus al 90% per il rifacimento delle facciate, che scade a dicembre. La manovra andrà poi a finanziare una riduzione degli oneri energetici nel 2022: per la riduzione delle bollette ci sarebbe circa un miliardo. Previsti fondi aggiuntivi per gli investimenti pubblici (anche per il Giubileo di Roma e le Olimpiadi di Milano-Cortina).

Saranno prorogate le misure di transizione 4.0 e rifinanziati il Fondo di Garanzia Pmi, la cosiddetta 'Nuova Sabatini' e le misure per l’internazionalizzazione delle imprese. Alla Sanità andranno 2 miliardi in più ogni anno fino al 2024. Con nuove risorse anche per i farmaci innovativi e per i vaccini. C’è un aumento della dotazione anche per scuola università e ricerca, per le borse di studio (saranno 12mila l’anno) dei medici specializzandi, per il trasporto pubblico locale e gli asili nido.