Attualità

CSM. Mancino: non si può comprimere l'indagine

Danilo Paolini mercoledì 17 marzo 2010
La pratica sull’ispezione ministeriale a Trani sarà aperta, mentre per il momento resta in sospeso la possibilità di un intervento sul caso di Cosimo Maria Ferri, il consigliere finito nella rete delle intercettazioni della procura pugliese mentre parlava al telefono con il commissario di Agcom Giancarlo Innocenzi. «Io sono tranquillo, la mia posizione è chiarissima e continuo a camminare a testa alta», ha ripetuto ieri Ferri.La decisione del comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di vigilare sull’operato degli 007 di Alfano, invece, è stata così illustrata dal vicepresidente Nicola Mancino: «Abbiamo affidato alla sesta commissione il compito di ribadire quali siano i confini tra ispezione e indagine giudiziaria – ha precisato –. L’indagine giudiziaria non può essere compressa dall’ispezione, bisogna rispettare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura requirente».Contrario il "laico" del Pdl Michele Saponara: «Il Csm ha perso una buona occasione per dimostrarsi al di sopra delle parti». Ma questa è una linea «di data antica», ha ricordato Mancino. In effetti, non è la prima volta che l’organo di autogoverno delle toghe si occupa della materia: nel 2003 si tenne anche un plenum con l’allora Guardasigilli Roberto Castelli sul rapporto tra segreto investigativo e ispezioni, dopo che la procura di Milano si era rifiutata di aprire agli inviati ministeriali il famoso fascicolo 9520, dal quale vennero stralciati i processi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Sme ma che continuò a esistere senza indagati e con un contenuto misterioso.Come accadde allora, la palla passa adesso alla sesta commissione. Bocce ferme, invece, sulla vicenda di Ferri. Ieri il consigliere di Magistratura indipendente (la corrente moderata dell’Anm, la sola attualmente all’opposizione della giunta esecutiva del sindacato dei magistrati) è stato ascoltato per un quarantina di minuti dal comitato di presidenza, formato da Mancino, dal primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone e dal procuratore generale Vitaliano Esposito. Sulla testa del consigliere pende la richiesta, avanzata da 15 colleghi, di un intervento per «scongiurare che il Csm venga, anche solo strumentalmente, coinvolto nelle polemiche in atto».Ferri esclude che ciò possa accadere: «Non credo assolutamente di aver messo in imbarazzo il Csm. Io sono una cosa, il Csm un’altra». Analoga la dichiarazione di Mancino in proposito: «Non sono imbarazzato. Abbiamo ascoltato Ferri, che ci ha consegnato una buona memoria scritta, ora dobbiamo approfondire. Non so quando decideremo, penso nelle prossime riunioni del comitato di presidenza».