Attualità

INCHIESTA. «Mai più neonati abbandonati» È boom delle culle per la vita

Diego Motta sabato 17 luglio 2010
In Italia ci sono 33 culle vuote pronte ad accogliere bimbi appena nati abbandonati dalle loro mamme. Si trovano all’ingresso degli istituti religiosi, degli oratori, delle parrocchie, nei centri aiuto alla vita e in alcuni ospedali. Non lo sa (quasi) nessuno, eppure questa è una notizia che potrebbe salvare molte vite umane. Almeno 300 ogni anno, tante quante sono le piccole vite prese in carico dalle strutture pubbliche ospedaliere dopo i parti anonimi. Il fenomeno in questione è quello delle "culle per la vita", cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. Erano solo 6 nel 2005, oggi sono cinque volte tanto. Da Casale Monferrato, nell’Alessandrino, primo caso in assoluto a partire nel 1995, a Cremona, l’ultimo spazio inaugurato meno di un mese fa, si sono aperte porte insperate in tutta Italia, da Nord a Sud, da Aosta a Palermo, passando per Brescia, Genova e Ancona, fino a Napoli.«Una volta c’erano i figli delle ruote, oggi ci sono culle nascoste nelle piazze e nelle vie di paese. L’obiettivo è consentire a chi non vuole tenere un bimbo appena nato di affidarlo, nel completo anonimato, a volontari che se ne prenderanno cura come se fosse loro figlio» spiega Rosa Rao, responsabile del progetto per il Movimento per la vita, vero motore di questa mobilitazione.La mamma partorisce a casa, da sola, spesso al termine di una gravidanza indesiderata e nascosta. «Riuscire a condurre in porto nove mesi difficili è già un risultato importante» spiega un’operatrice che tutti i giorni risponde all’800813000, il numero verde Sos Vita istituito per ascoltare angosce e dubbi delle mamme in attesa. L’importante però è saper reggere "dopo", quando subentra a volte la solitudine e la depressione. Ricordate la stagione infausta dei bimbi lasciati nei cassonetti da donne schiacciate da un peso insostenibile? Ecco, "le culle per la vita" sono una risposta a quell’emergenza. «Sono un segnale che sul territorio c’è qualcuno disposto a farsi carico di una vita appena nata – osserva Rao –. Ora il problema è far conoscere che esiste questa possibilità di accoglienza, soprattutto per chi è in difficoltà».Anche il Parlamento si è accorto di questo fenomeno, visto che proprio alcuni giorni fa una delegazione del Movimento per la vita ha partecipato a un’audizione in Senato alle Commissioni affari costituzionali e Igiene e Sanità. In discussione c’è il ddl numero 1012, che si propone di estendere in tutta Italia questo modello, completando così gli effetti già previsti dalla legge sul parto anonimo.