La mafia siciliana continua ad avere strettissimi rapporti d'affari con quella statunitense, in particolare con le famiglie di New York e Miami. È una delle scoperte dell'indagine della polizia italiana e dell'Fbi che ha portato all'arresto di 27 persone. Ventuno sono state fermate dall'autorità giudiziaria palermitana: l'inchiesta è stata coordinata dai pm della dda Ignazio De Francisci, Roberta Buzzolani e Francesca Mazzocco. Una è stata arrestata in flagranza, sempre a Palermo. Sei sono state fermate negli Usa.L'inchiesta ha consentito la cattura di tre capi mafia della cosca Gambino di New York: Gaetano Napoli e i figli Gaetano jr. e Thomas, accusati di estorsione, usura, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Secondo l'Fbi la famiglia Napoli investiva denaro sporco in prestiti usurai: tra le vittime un imprenditore di origine italiana.A tenere i contatti fra le cosche siciliane, in particolare quella di Santa Maria di Gesù, e quelle statunitensi, sarebbe stato Roberto Settineri, colpito da un doppio provvedimento di carcerazione: uno emesso dai giudici italiani, l'altro da quelli americani. Palermitano, da anni residente a Miami, ha ospitato negli Usa il capo della famiglia di Santa Maria di Gesù, Giampaolo Corso.A Miami l'Fbi ha arrestato, nell'ambito di questa indagine, per riciclaggio e intralcio alla giustizia, oltre a Settineri, accusato di avere ripulito denaro proveniente dal traffico di droga, il suo braccio destro Antonio Tricami e altri due suoi uomini di fiducia: Enrique Ross e Daniel Dromerhauser.Secondo gli investigatori, Cosa nostra newyorkese è rappresentata dalle famiglie Gambino, Colombo, Bonanno, Genovese e Lucchese, che investono in particolare nei traffici di droga, nella gestione degli appalti, nel gioco d'azzardo, nel traffico d'armi e nella prostituzione.