Attualità

Roma. Mafia capitale, scontro sul commissariamento

venerdì 5 dicembre 2014

Revoca dell'ordinanza di custodia cautelare e, in ogni caso, la "dichiarazione di insussistenza dell'aggravante della matrice mafiosa". È quanto chiesto al tribunale del riesame di Roma dalla maggior parte degli indagati, a cominciare da Massimo Carminati, detenuti in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso nell'inchiesta Mafia Capitale che ha portato in carcere 38 persone indagandone un centinaio. A breve sarà fissata l'udienza per l'esame dei ricorsi. Intanto proseguono gli interrogatori di garanzia degli ultimi sette non ancora comparsi davanti al gip: gli otto indagati che si trovano agli arresti domiciliari saranno interrogati tra martedì e mercoledì prossimi. IERI L'ARRESTO DEL LATITANTE DE CARLO. La giornata di ieri ha fatto segnare una nuova svolta nelle indagini: preso il latitante Giovanni De Carlo, uomo vicino a Massimo Carminati, arrestato mentre rientra da un viaggio a Doha nelle stesse ore in cui arrivano le prime ammissioni da parte di una degli arrestati. Nadia Cerrito, ex segretaria di Salvatore Buzzi, contabile dell'organizzazione, davanti al gip non nega di aver custodito il registro con la contabilità precisando che le somme annotate erano elargite da Carminati e Buzzi. L'ex dirigente del Servizio programmazione e gestione verde pubblico del comune di Roma Claudio Turella, quello nella cui abitazione sono stati trovati 560 mila euro nascosti in una cassaforte, ha invece respinto le accuse di aver ricevuto soldi dal sodalizio criminale in relazione all'affidamento di appalti. L'inchiesta giudiziaria prosegue senza sosta. Ta i cento indagati ci sarebbero imprenditori, dirigenti di enti locali ma soprattutto politici. Tra l'altro, a piazzale Clodio, sono in corso accertamenti per verificare se il sodalizio criminale abbia beneficiato di coperture e di appoggi anche da parte delle forze dell'ordine. APPALTI A SETACCIO. L'inchiesta giudiziaria marcia di pari passo con le iniziative del Campidoglio e della Regione Lazio per verificare la regolarità di appalti giudicati dubbi. Al setaccio degli inquirenti, quindi, le gare assegnate dalle due amministrazioni e delle aziende municipalizzate. E anche altri possibili trait d'union tra la cupola e le amministrazioni locali. Intanto resta infuocato il clima politico.

 

BERLUSCONI: SCIOGLIERE IL COMUNE. Dopo il M5S che per stasera, in concomitanza con il Consiglio comunale chiamato ad eleggere il nuovo presidente, ha organizzato un presidio di protesta in nome della legalità davanti al Campidoglio anche il leader di Fi chiede lo scioglimento del Comune per mafia. "Ritengo che di fronte alla situazione che sta emergendo nell'inchiesta sulla gestione del Comune di Roma le forze politiche debbano reagire. L'unica soluzione accettabile sia quella di uno scioglimento immediato del Consiglio Comunale procedendo conseguentemente all'immediata convocazione di nuove elezioni" dice Silvio Berlusconi. E la Lega si prepara alla campagna elettorale. "A Roma sì a un sindaco Leghista": lo ha detto Matteo Salvini. "Con tutto quello che sta accadendo a Roma con lo scandalo mafia - ha detto Salvini - se si dovesse andare presto al voto potremmo presentare un candidato sindaco leghista", ma "cittadino romano". "Ci stiamo lavorando", ha aggiunto. GRASSO E ALFANO. NO A COMMISSARIAMENTO Diversa la risposta del presidente del Senato Piero Grasso e del ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro rispetto a quel che conosco io - ha detto Grasso -il Comune di Roma mi pare che sia al di fuori di queste tematiche, solamente alcuni sono coinvolti". A Grasso fa eco Alfano, secondo cui il commissariamento di un Comune "è un procedimento molto complesso e bisogna andarci con i piedi di piombo. Il sindaco Marino non è coinvolto e aggiungo anche che la capitale d'Italia è una città sana, non è marcia. L'attitudine del governo non è quella di punire la città ma di aiutare le forze dell'ordine e la magistratura a fare sì che vengano puniti i colpevoli". Il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, lancia l'allarme: "Dietro certi meccanismi di impegno sociale ci sono affarismi. So bene che nel mondo dell'assistenza agli stranieri e rom per esempio, c'è il meglio dell'Italia ma c'è bisogno di trasparenza e dobbiamo dirlo con chiarezza. Non abbiamo voglia di commissariare l'Italia, ci mancherebbe. Nella pubblica amministrazione c'è però tanta gente che parla ma al momento di fare, le regole di trasparenza vengono viste come un aggravio. Diamoci da fare allora e rimbocchiamoci le maniche". Secondo Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia "il Pd deve essere in primo piano per ulteriori accertamenti sulle istituzioni coinvolte, mi auguro che si lavori accanto alla magistratura senza interferire ma si dia una mano per fare inchieste amministrative interne".

 

MARINO: MAI INCONTRATO BUZZI Intanto il sindaco Ignazio Marino, per il quale ieri il prefetto ha auspicato la scorta, risponde a tono sulla questione della foto che lo ritrae con Buzzi all'indomani della sua dichiarazione in cui sosteneva di non averlo mai incontrato: "È incredibile che mentre escono intercettazioni della mafia in cui si parla di farmi fuori, si cerchi di alzare un polverone su una visita pubblica, e relativa foto, fatta alla luce del sole", ha scritto su twitter. Le foto che lo ritraggono a colloquio con Salvatore Buzzi, "sono state scattate durante la campagna elettorale", ha spiegato il sindaco, "con lui non ho avuto conversazioni di lavoro nè quel giorno nè mai". RUBATI PC IN COMUNE. Alcuni ladri sono penetrati nella nottenella sede della Protezione civile di Roma capitale, a PortaMetronia, e hanno rubato un computer portatile lasciato in unadelle stanze. A quanto si apprende da fonti del Campidoglio, imalviventi sono entrati anche negli uffici del servizioGiardini, che ha sede nello stesso complesso del Comune: dopoessere entrati da una finestra e aver rovistato in diversilocali, i ladri sono fuggiti dopo aver prelevato il pc. Sonostati alcuni dipendenti comunali a denunciare il fatto aicarabinieri, che ora stanno svolgendo le indagini del caso. Nonsi esclude che l'episodio possa essere collegato agli sviluppidell'inchiesta sulla mafia nella capitale, visto che una partedell'indagine riguarda proprio la gestione del verde in città.