L'inchiesta. Corruzione, giro di vite del governo
Al Consiglio dei ministri di giovedì mattina alle 8 il governo esaminerà un ddl con quattro modifiche al codice penale in materia di corruzione, reato per il quale le pena minima sarà portata da 4 a 6 anni.Lo dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un videomessaggio postato sul suo account Twitter dal titolo: "I corrotti pagheranno tutto. Fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo centesimo".Renzi annuncia un provvedimento che presenterà insieme con il ministro della Giustizia Andrea Orlando con 4 modifiche al codice penale, "piccole cose, ma molto serie che fanno capire che il vento è cambiato".Le quattro proposte sono: portare da 4 a 6 anni la soglia della pena minima, in modo che anche "chi patteggia un po' di carcere lo fa"; "sarà più semplice procedere alla confisca di chi ha rubato"; il maltolto si deve restituire, se è provata la corruzione "deve essere restituito fino all'ultimo centesimo"; si allunga il periodo necessario per la prescrizione dei reati di corruzione.
Intanto oggi il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha delegato il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del Comune di Roma a seguito dell'inchiesta su Mafia Capitale. Si allontana quindi l'ipotesi dello "scioglimento per mafia" del Consiglio comunale di Roma, una richiesta che nei giorni scorsi era arrivata da numerosi esponenti di forze politiche. A partire da oggi, il prefetto vaglierà gli atti amministrativi del Campidoglio per verificare l'esistenza dei presupposti per poter chiedere al governo il commissariamento del Comune. Gli interrogatoriSono in corso da questa mattina, in un'aula del tribunale di Roma, gli interrogatori di garanzia degli indagati finiti agli arresti domiciliari. Tra oggi e domani, davanti al gip Flavia Costantini dovranno comparire Rossana Calistri, Franco Cancelli, Patrizia Caracuzzi, Raniero Lucci, Sergio Menichelli, Marco Placidi, Emanuela Salvatori e Mario Schina arrestati, a seconda delle posizioni, per reati che vanno dalla turbativa d'asta alla rivelazione del segreto d'ufficio, alla corruzione aggravata. Per il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, "I carabinieri e la magistratura, a Roma hanno fatto uno straordinario lavoro smantellando la cupola criminale e un sistema di malaffare che ha corroso la società, l'economia romana e del Paese, considerato che Roma è la capitale d'Italia".