Attualità

Roma. Mafia a Ostia colpo a clan Spada

Alessia Guerrieri martedì 12 aprile 2016
L'obiettivo era controllare le attività commerciali e balneari di Ostia, il traffico di droga del litorale e le case popolari nella zona. Così minacciavano, sfrattavano, estorcevano denaro, quando andava bene. Ma arrivavano persino a gambizzare e a uccidere chi provava a mettere i bastoni tra le ruote al loro progetto di «supremazia territoriale». Per questo ieri sono finite in carcere dieci persone di Ostia – tutti vicini o affiliati al clan Spada – arrestate a vario titolo per lesioni, tentata estorsione e detenzione illecita di armi, aggravati dalle modalità mafiose. Uno di loro sfuggito alla cattura nel blitz all’alba, si è costituito nel pomeriggio al comando di Ostia, dove al mattino le donne del clan si sono riunite invano per tentare di incontrare i loro familiari.Il nuovo «duro colpo» alla famiglia Spada dopo l’arresto per estorsione nel 2014 del capostipite Carmine detto Romoletto, arriva al culmine dell’indagine dei Carabinieri Sub Urbe partita ad ottobre, a cui si è aggiunta la collaborazione della fazione criminale perdente dei Baficchio-Galleoni, «vecchio retaggio della banda della Magliana». Ad alimentare le indagini, infatti, sono stati «due giovani esponenti di questa compagine – spiega il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino – che hanno scelto alcuni mesi fa di collaborare con noi per ricostruire lo spaccato criminale di Ostia». Vincendo perciò la «forte omertà» tipica di un territorio «ostile e complesso».Tutto è partito a fine ottobre scorso quando davanti ad un supermercato di Ostia, due persone con i caschi a bordo di un T-Max colpiscono ad entrambe le gambe con una calibro 7,65 Massimo Cardoni, alias Baficchio. Il suo nome non è estraneo alle forze dell’ordine perché cugino di Giovanni Galleoni, ucciso in un agguato nel 2011 assieme al suo fedelissimo Francesco Antonini, quando entrambi erano all’apice di una organizzazione criminale sul lido ostiense. Un episodio che, sommato ai 40 eventi intimidatori negli ultimi cinque anni, ha portato a ipotizzare «che era in atto una guerra tra clan per il controllo del territorio» tra gli Spada, forti degli stretti legami con la famiglia Fasciani già nota per le attività illecite sul litorale, e chi doveva essere «espulso» cioè i Baficchio-Galleoni, in passato unici detentori dello spaccio di stupefacenti nella costa romana. Estorsioni e minacce «sintomatiche di un riposizionamento dei rapporti di forza», aggiunge Prestipino, visto che la famiglia Spada prima operava sotto l’ombrello protettivo dei Fasciani. La supremazia dei primi si esercitava persino attraverso lo «sfratto forzato» dalle case popolari nella zona di Ostia ponente, poi assegnate arbitrariamente «a famiglie bisognose che pagavano all’organizzazione un corrispettivo in denaro», continua il comandante provinciale dei Carabinieri Salvatore Luongo, sottraendole attraverso «un vero e proprio business al controllo degli organi istituzionali».Gli arresti segnano così «un altro passo importante», ricorda l’associazione Libera, per portare a «sradicare da Ostia la presenza dei clan». Tuttavia occorre «proseguire nell’azione di contrasto», è l’esortazione della presidente della commissione Antimafia Rosi Bindi, per dimostrare che «il rispetto della legge conviene a tutti». Ma l’operazione congiunta dei Carabinieri e della Dda si trasforma presto in tema di dibattito politico tra i candidati a sindaco della Capitale, con la grillina Virginia Raggi che attacca via Twitter: «Altro colpo al municipio che governava il Pd. Cittadini onesti sono più forti delle mafie». Subito la replica del presidente dem di Roma Matteo Orfini: «In realtà parliamo di quelli da cui il M5S di Ostia non ha mai preso davvero le distanze».