Se i due restano vigorosamente aggrappati al loro sdegnato rifiuto, ora sono invece tanti – fra gli stessi colleghi di video – a voler dare diritto di replica pro-vita, dopo lo spot per l’eutanasia confezionato due settimane fa da Fabio Fazio e Roberto Saviano a
Vieni via con me. Un bel pezzo di (altra) televisione ha infatti già deciso e annunciato di dare subito voce e spazio a chi soffre, ma ha scelto appunto per la vita. Così diverse trasmissioni su Rai e Mediaset faranno testimoniare familiari in stato vegetativo o con gravissime disabilità. Ha aperto ieri sera il
Tg1 delle 20, ospitando rappresentanti delle associazioni pro-vita. Ieri alle 10,30 Raiuno con
A Sua immagine e poco più tardi, alle 14 sempre sulla rete ammiraglia della tivù di Stato, "L’Arena di Giletti" (all’interno di
Domenica In), con diversi ospiti tra cui il direttore di
Avvenire, Marco Tarquinio, Mario Melazzini e Fulvio De Nigris. Poi domani durante
Mattino 5, condotto da Paolo Del Debbio con Federica Panicucci su Canale 5, toccherà, fra gli altri, a Max Tresoldi, quasi quarantenne e "risvegliatosi" dopo dieci anni di stato vegetativo. Ancora, martedì sera alle 21,10 su Retequattro, sarà la volta di
Viaggio a..., ancora con la storia di Max.Non è finita. In settimana
Porta a porta di Bruno Vespa manderà in onda una puntata speciale dedicata alle persone che vivono in uno stato vegetativo assistite da familiari: «Nessun politico, nessun commentatore, solo protagonisti di storie alle quali altrove si è deciso di non dare voce», è stato fatto sapere dalla redazione. Mentre, nel programma in sei puntate che sta preparando Vittorio Sgarbi per Raiuno, «quelli che resistono e sono per la vita, se non avranno spazio da Fazio e Saviano ne avranno da me comunque e quanto vogliono», ha fatto sapere.Resta trasversalmente indignato il mondo politico. Il leader Udc Pier Ferdinando Casini non usa mezzi termini: «Pensavo che per Fazio e Saviano non valesse la regola di essere forti con i deboli e deboli con i forti. Hanno dato invece la parola a Maroni, ma non a coloro che chiedono una cosa semplice: inneggiare al diritto alla vita». Duro anche il vicepresidente della Vigilanza Rai, Giorgio Merlo (Pd): «C’è un vertice aziendale che deve sottostare alle volontà dei nuovi protagonisti della tivù» e anche «su un tema così delicato»: questa «sorta di resa incondizionata è preoccupante e singolare».Fronte maggioranza. Per il governatore lombardo Roberto Formigoni è «un diritto elementare» che la Rai garantisca una replica alle «associazioni e malati cattolici». Mentre secondo il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi (Pdl): «Quello che sta accadendo attorno alla trasmissione "
Vieni via con me" è semplicemente incredibile e ben fa il direttore di
Avvenire a mettere a nudo la falsità dei cosiddetti difensori della libertà di espressione».Si è rialzata nuovamente la voce dell’Usigrai, infine, attraverso un pezzo del segretario Carlo Verna sul sito di "Articolo 21": «La sequenza Englaro-Welby-don Gallo era poco corretta e né Fazio e Saviano, nè il direttore di Raitre Ruffini hanno voluto riconoscerlo. Il consenso degli "ascolti record" non esonera da un po’ di umiltà – scrive Verna –. Per altro i bravi autori di "
Vieni via con me non hanno saputo dire no a Maroni, che col potere dell’uomo di governo da un lato mobilitava, dall’altro minacciava querele. Il buon senso è qualcosa di così disprezzabile?».