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M5s . Grillo fa slittare il voto su Rousseau, Dibba abbassa i toni

Luca Mazza mercoledì 10 febbraio 2021

Beppe Grillo ci mette la faccia ed esorta il popolo pentastellato a dire 'sì' al governo Draghi. A sorpresa il garante del M5s torna a Roma, a Montecitorio, per la seconda volta in quattro giorni. A tarda sera il comico è protagonista di un video in cui punta a convincere gli iscritti a sostenere il nuovo esecutivo e – soprattutto – fa slittare il voto su Rousseau programmato per le 13 di oggi: «Io aspetterei un attimo, per fare delle domande cui voi dovete dare delle risposte. Sarete voi a decidere cosa dovremo fare. Vi chiedo un attimo di pazienza».

La motivazione ufficiale è quella di concedere più tempo alla base per valutare, in realtà si teme che la spaccatura interna e le lotte intestine tra correnti possano portare la maggioranza ad opporsi alla linea dei vertici sulla scia della forte opposizione sbandierata da Alessandro Di Battista. È circolata l’indiscrezione di uno scontro ai piani alti tra Grillo e Davide Casaleggio – ovviamente smentita – sulla formulazione dei quesiti. Insomma, il caos prosegue. Con il fondatore dei 5 stelle che vuole gestire in prima linea una fase politica delicatissima e provare a placare gli animi di un Movimento in perenne fibrillazione. «Concentriamoci sui temi, a partire da un reddito che sia sempre più sganciato dal lavoro, e dalle questioni ambientali che devono invadere l’azione di governo: con 300 parlamentari possiamo essere il pilastro della nuova maggioranza», è il discorso motivazionale con cui il comico carica i suoi prima del secondo giro di consultazioni con il premier incaricato.

L’incontro tra la delegazione M5s e l’ex presidente Bce dura un’ora e venti minuti, ben più di quanto previsto. Al termine del confronto le convinzioni grilline di entrare nella maggioranza si consolidano. «Abbiamo ascoltato le idee base, il programma, le riforme, gli ambiti entro i quali intende focalizzare l’azione di governo – riferisce Vito Crimi –. Abbiamo trovato, nelle proposte messe in campo da Draghi, una serie di spunti che avevano anticipato nelle precedenti consultazioni. Ma la più importante è che abbiamo insistito sulla creazione di un super ministero per la transizione energetica, l’ambiente e il trasporto». Il reggente sostiene di aver avuto rassicurazioni indirette da Draghi anche sul fatto che l’Italia non accederà al Mes. Nel video Grillo riserva parole al miele per 'mister Euro' e non rinuncia a qualche battuta: «Io mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino, mi ha detto 'io vorrei iscri- vermi...'». Nel suo show il comico rivela anche una richiesta politica avanzata: «Ho detto a Draghi che la Lega non deve entrare nel governo perché di ambiente non capisce nulla».

Nel frattempo il fronte 'no Draghi' del Movimento si organizza e fa campagna elettorale. «Non ho mai detto 'votate in un determinato modo'. Posso dire cosa farò io: voterò no – sostiene Alessandro Di Battista –. Non posso accettare un assembramento parlamentare così pericoloso». Anche se poi aggiunge: «Ho cambiato idea sull’Europa ». Il punto di riferimento della corrente dei ribelli afferma che la scelta migliore per il M5s sarebbe «l’astensione: vuol dire non entrare nel governo ma tenerlo sotto controllo, con un gruppo parlamentare molto compatto». La distanza politica con la linea Grillo è siderale: «Sarò sempre grato a Beppe, ma stavolta non la penso come lui».

L’area che si riconosce nel 'Dibba- pensiero', in vista delle votazioni on-line , fa quadrato. I dissidenti stanno organizzando la 'resistenza' interna e sognano di ottenere una clamorosa vittoria dall’urna di Rousseau. Tra le iniziative lanciate c’è quella intitolata 'V Day, No governo Draghi', una riunione on-line convocata per discutere in modo critico della direzione 'governista'. L’appuntamento viene rilanciato sui social da diversi parlamentari, tra cui la senatrice Barbara Lezzi.

La tensione è altissima, ma al momento la scissione è congelata. Il gruppo resta diviso tra chi vuole restare al governo e chi preferisce l’opposizione per un M5s più di battaglia. Visioni diverse permangono anche sull’organizzazione interna. Gli attivisti, assieme al 'sì' o 'no' a Draghi, prima o poi si esprimeranno anche sulle modifiche dello statuto che puntano a mandare in soffitta il capo politico aprendo l’era del comitato direttivo a 5 membri. Anche qui non si escludono sorprese.