Dopo il voto. Lupi: «Draghi ha aperto una prateria, ma abbiamo inseguito i no vax»
Maurizio Lupi
«Il governo Draghi ha aperto una prateria per i moderati, che non abbiamo saputo sfruttare, inseguendo posizioni estreme, minoritarie, come quelle dei no-vax o dei no green pass». Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, non è tenero con la guida a due della coalizione Salvini-Meloni che esce malconcia da questo turno elettorale. «Ma più che guardare in casa degli altri - spiega - mi interessa riorganizzare il centro, e i valori messi in campo da Draghi sono pienamente in linea con quelli su cui Silvio Berlusconi ha federato con successo il centrodestra. Da lì bisogna ripartire».
Che cosa dice al centrodestra questo risultato deludente?
Questo voto ci dice che la Lega e Fratelli d’Italia fanno la loro politica, ma devono rendersi conto che da soli non sono in grado di vincere. È mancata una proposta credibile, unificatrice, è mancato il federatore.
A chi toccava questo ruolo? Sicuramente a Matteo Salvini.
Sta dicendo quindi che ha fallito?
Lo ha ammesso lui stesso che si è esitato troppo. Non si può trovare il candidato a un mese dal voto in una città come Milano, in cui siamo ora al minimo storico. Per vincere bisogna essere uniti sul serio, non guardare solo ai partiti che si considerano maggiori. Speriamo di poter strappare ora, al ballottaggio, almeno Torino e Roma. Poi bisognerà riprendere l’idea avanzata dallo stesso Salvini, di rivederci per una riunione di coalizione.
A proposito di Roma, questa proposta deve guardare anche a Calenda?
Le sue idee sono in larga misura compatibili con le nostre, e un dialogo va avviato subito, fin da questi giorni del ballottaggio in cui il suo ruolo può essere decisivo. Ma anche Matteo Renzi è un interlocutore con cui aprire un confronto.
Non sarà anche colpa dei moderati, se sono apparsi marginali?
Dobbiamo rimboccarci le maniche tutti, noi per primi, dobbiamo rimettere in campo le nostre proposte, è di questo che ho parlato con Berlusconi.
Ripartendo da Draghi?
Draghi non ha intenzione di elaborare una sua proposta politica. Tuttavia la strada che ha intrapreso, improntata alla concretezza, alla competenza, al merito, alla serietà, al lavoro (con la revisione del reddito di cittadinanza) sta spiazzando tutti. Indica la direzione di quella 'moralità del fare' che è stata la bussola su cui il centrodestra a guida Berlusconi ha costruito i suoi successi.
Ma la differenza stavolta l’ha fatta il non voto. L’impressione è che gli elettori del centrodestra non abbiano cambiato idea, ma siano semplicemente, in gran numero, rimasti a casa.
Ed è per questo che serve una proposta credibile, affascinante, in grado di mobilitare le persone, di dare loro una speranza, una visione.
Questo è compatibile con le critiche e le proposte avanzate da Giorgetti?
Non entro nel travaglio di altri partiti. Se la Lega segnerà una svolta in questa direzione ne terremo conto, ma per ora si tratta per noi di organizzare il fronte moderato.