«Per molti aspetti, il vituperato concorsone che sta per partire allo scopo di assegnare un numero imprecisato (ma basso) di cattedre a un numero altrettanto imprecisato (ma altissimo) di candidati, è un atto dovuto. Non era decentemente possibile protrarre» una tale «situazione di stallo. (…) Questa, però, è l’unica cosa positiva che si può dire. Ci sono forti dubbi sulla possibilità effettiva che questo tipo di concorso selezioni realmente i migliori».Parole (molto condivisibili) che sembrano pronunciate oggi e che invece si trovano in un articolo pubblicato nel 1999 a firma della professoressa Luisa Ribolzi, che oltre un decennio fa commentava così il maxi concorso indetto dall’allora ministro Berlinguer. Chi scrive aveva allora 12 anni e si preparava ad andare in seconda media. I nodi e le problematiche segnalate allora, non sono mai stati affrontati e, col passare del tempo, si sono ingigantiti.Il 17 e il 18 dicembre oltre 321 mila aspiranti docenti saranno chiamati a cimentarsi con le domande del quizzettone, primo step del lungo iter concorsuale indetto dal ministro Profumo, per contendersi 11.542 cattedre. Dall’ultimo concorsone sono passati più di dieci anni, ma nelle vicende di politica scolastica italiane sembra non essere cambiato quasi niente: eppure si sono susseguiti diversi ministri e sottosegretari, tecnici e politici, di destra e di sinistra, ciascuno dei quali con una propria ricetta che avrebbe dovuto rilanciare il nostro sistema scolastico. E invece eccoci qua: stessi problemi, stessi nodi da sciogliere e purtroppo stesso metodo nell’affrontarli.A questo riguardo, mi ha scritto nei giorni scorsi un giovane aspirante docente, che nelle ultime settimane si è esercitato per affrontare il quizzettone: «Il primo impatto, soprattutto per me che sono un umanista, è stato di grande spaesamento: le prime 18 domande, infatti, che dovrebbero testare le capacità logiche, possono sembrare ridicole. Ci si trova di fronte a richieste volte a riconoscere serie di lettere o numeri, che ricordano più una visita medica oculistica. Tutta la prima parte del test è una sorta di psicometria, forse con lo scopo di riconoscere la "normalità" della psiche del candidato...». A queste perplessità se ne possono aggiungere altre sul contenuto delle domande riguardanti le competenze digitali, che spaziano da quesiti di una banalità sconvolgente a domande ipertecniche.Proprio qualche settimana fa
L’Economist ha pubblicato uno studio, intitolato «The learning curve», dove viene sottolineato che il successo di un sistema d’istruzione è dato innanzitutto dalla qualità degli insegnanti. E quindi dalla capacità del sistema di reclutare e selezionare i migliori laureati per immetterli nelle scuole. Siamo proprio sicuri che la lotteria del quizzettone sia la modalità migliore per operare la prima selezione? Sembra proprio di no.Allora è evidente che per quanto riguarda questa Legislatura ormai "i giochi sono fatti", ma dalla prossima il futuro Governo dovrà mettere seriamente a tema una riforma del reclutamento dei docenti davvero innovativa, che non si limiti a qualche "ritocco" (come prospettato in una bozza, circolata in questi giorni, di un nuovo regolamento concorsuale) ma che intervenga in profondità e che sia in grado di rilanciare la professione degli insegnanti. Infatti, è anche (e forse soprattutto) su questa decisiva partita che si giocano le possibilità di rilancio e di crescita del nostro Paese.