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Il relitto ripescato. Recuperati i corpi dei 700 migranti: come topi

Alessandro Ricupero, da Melilli (Siracusa) venerdì 15 luglio 2016
Era probabilmente sbagliata la stima iniziale. I migranti morti nel naufragio verificatosi nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2015 erano più di 700. I superstiti furono 28. Su quel barcone da 150 tonnellate erano ammassati ovunque, anche dentro la sala macchine. I vigili del fuoco hanno calcolato che in una superficie di un metro quadrato dovevano stare almeno in cinque: uomini, donne, tanti minorenni, anche bambini. L’operazione di recupero del relitto 'Melilli 5' voluta dalla Presidenza del Consiglio, in collaborazione con il commissario straordinario per le persone scomparse Vittorio Piscitelli, la Prefettura di Siracusa e la Procura di Catania, fornisce alcuni numeri precisi. Si è conclusa la fase del recupero dei corpi, o meglio dei resti umani, dal barcone. Per i prossimi due mesi saranno impegnati i medici legali provenienti da diverse università di tutta Italia, coordinati dalla professoressa Cristina Cattaneo dell’università di Milano, per gli esami autoptici. Fino ad o- ra sono stati esaminati 267 cadaveri: «Ma abbiamo già la segnalazione di 57 scomparsi dalla regione di Tambacounda nel Senegal e stiamo raccogliendo già i moduli e i prelievi per attività genetiche. E poi c’è una segnalazione di una famiglia della Guinea Conakry che risiedono negli Stati Uniti che sa che i loro cari erano sul barcone», spiega la prof. Cattaneo. «Possiamo dire che si trovavano migranti di diverse nazionalità: dall’Etiopia, Eritrea, Bangladesh, Sudan, Somalia, Mali, Gambia, Senegal, Costa D’Avorio, Guinea Bissau e Guinea Conakry. Lo deduciamo dai diversi documenti trovati, passaporti, richieste di passaporti, tessere Unhcr, ma anche pagelle di scuola. Molti ragazzi l’avevano portata. E dall’esame autoptico ci siamo accorti che ci sono ragazzi di 12, 13 anni », continua con gli occhi lucidi la prof. Cattaneo abituata certo ad immagini drammatiche, ma anche lei già provata. Dalla Polonia intanto è arrivata una tac mobile, tramite l’università di Palermo, che servirà per capire come sono decedute le vittime. Il relitto, recuperato dalla Marina Mi-litare, per il momento resterà al pontile nella rada di Augusta. Le prime tre fasi dell’operazione sono costate 9 milioni e mezzo di euro. Per quest’ultima fase bisognerà attendere l’ultimazione. Ogni amministrazione avrà una sua spesa e sarà chiesto un rimborso alla Presidenza del Consiglio. Per esame autoptici e di genetica prevista una spesa di circa 200-300 mila euro. In totale sono stati recuperati dal relitto 675 tra cadaveri e body bags, sacche dentro le quali sono stati depositati i resti umani ritrovati che spesso appartengono a più di una persona. «Nel complesso sono 675 i body bags rinvenuti – ha riferito il contrammiraglio Nicola De Felice, comandate di Marisicilia – rinvenuti perché oltre a quelli scovati nel relitto occorre inserire 169 salme rinvenute attorno al relitto nei fondali del Canale di Sicilia tra giugno e dicembre 2015 e 48 corpi scovati dalla nave Tremiti». Nelle operazioni di recupero nel relitto i 348 vigili del fuoco hanno scoperto resti umani in ogni zona dell’imbarcazione. 'L’aspetto più impressionante – ha spiegato Giuseppe Romano, direttore centrale soccorso ed emergenza dei vigili del fuoco – è che nella stiva erano stipate 5 persone per metro quadro. In particolare nei 120 metri quadrati del ponte di coperta del peschereccio sono stati recuperati 102 body bags; dentro la stiva per una superficie di 45 metri quadrati ben 203; nei 54 metri quadrati della sala macchine, per la maggior parte occupata dai motori, ben 73 body bags; nei 14 metri quadrati a prua 51 body. Un impegno di grande coinvolgimento emotivo». L’ultimo giorno un gruppo di vigili del fuoco di Siracusa si è fermato per recitare la preghiera di San Francesco: 'fa di me uno strumento della tua pace'. Presenti anche gli atei. Sul relitto qualcuno ha lasciato un rosario.