a mamma di Loris resta in carcere. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Veronica Panarello non si trovava dove diceva di essere al momento dell’omicidio del bambino di 8 anni a Santa Croce Camerina. E «la ricostruzione dell’accusa è compatibile», scrive il gip di Ragusa Claudio Maggioni. Che ha ricevuto i primi risultati dell’autopsia, secondo cui il piccolo non avrebbe subito violenza sessuale né il giorno in cui è stato ucciso né precedentemente.a mamma di Loris resta in carcere. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Veronica Panarello non si trovava dove diceva di essere al momento dell’omicidio del bambino di 8 anni a Santa Croce Camerina. E «la ricostruzione dell’accusa è compatibile», scrive il gip di Ragusa Claudio Maggioni. Che ha ricevuto i primi risultati dell’autopsia, secondo cui il piccolo non avrebbe subito violenza sessuale né il giorno in cui è stato ucciso né precedentemente.La mamma di Loris è stata fermata per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, è accusata di aver strangolato con una fascetta di plastica il piccolo e di aver portato il corpo in contrada Mulino vecchio, anzi risulterebbe «essere passata per due volte dal mulino vecchio» quel 29 novembre.E ieri è emersa la verità anche su un presunto secondo telefonino della mamma e poi nascosto. Nei mesi scorsi, infatti, Veronica aveva prestato il cellulare a un’amica che aveva il telefonino rotto. Quest’ultima lo ha utilizzato con la sua sim e quindi nell’apparato sono state trovate foto e video di Loris. Sarebbe questo il cellulare di cui parla la sorella di Veronica Panarello, Antonella, alla quale la donna arrestata avrebbe detto «di avere un cellulare segreto nascosto bene con immagini e foto di Loris». Polizia e carabinieri hanno acquisito l’oggetto, ma dai tabulati non sarebbero emersi elementi utili alle indagini, mentre la polizia postale di Catania ha già eseguito controlli su uno smartphone in uso al piccolo ucciso. Veronica Panarello, però, non saprà della decisione del gip prima di oggi, perché al suo legale non è permesso di incontrarla di sera nel carcere di Catania dove è in isolamento. «Ne prendiamo atto, la studieremo e poi presenteremo ricorso al Tribunale del riesame», afferma l’avvocato Francesco Villardita. C’è chi prende le difese della donna, come la sua migliore amica Tiffany Branda, intervistata da "Quarto Grado". «Veronica non è un mostro. Non è cattiva. Anzi. È sempre stata buona, dolce e affettuosa. Ero in classe con lei fino alla quinta elementare. Aveva problematiche familiari. Da piccola, tra la terza e la quarta elementare, ha provato a buttarsi dalla finestra. Eravamo tutti seduti tranquilli. La maestra forse l’aveva ripresa, perché si chiacchierava tra amichette e, di punto in bianco, è scattata dalla sedia: ha aperto la finestra e voleva buttarsi giù. Non era lucida. Aveva lo sguardo impaurito, vitreo. L’indomani è venuta a scuola normalmente. Le chiedevano cosa fosse successo e lei rispondeva che aveva bisogno di prendere aria».Intanto nella cittadina del ragusano si tenta di tornare alla normalità, tenendo nel cuore il dolore per la scomparsa tragica del bambino. La dirigente scolastica, il personale docente e non docente, gli alunni e le famiglie dell’istituto comprensivo di Santa Croce Camerina hanno fatto affiggere sui muri della città una partecipazione di lutto per la morte di Loris. «Sgomento e dolore – si legge nella partecipazione – attanagliano i nostri cuori, la rabbia graffia le nostre anime e lacrime amare sgorgano dai nostri occhi. Seppure addolorati, però, dobbiamo guardare nel profondo del nostro cuore, in quell’angolo non offuscato dal male, per scorgervi la gioia della speranza, del ricordo e dell’amore dato e ricevuto».