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Lorenz Soliven. "E' bastata la gita all'estero per sentirmi straniero"

Stefano Pasta martedì 22 agosto 2017

Lorenz Soliven

Lorenz Soliven vive a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, ma è nato a Roma 23 anni fa. L’unica sua migrazione è avvenuta, infatti, dalla Capitale all’ombra della Madonnina, mentre i suoi genitori hanno fatto un volo transcontinentale dalle Filippine nel 1988.

«L’anno prossimo – dice il figlio – festeggeranno i 30 anni in Italia, ma ancora sono stranieri. Io ho suggerito di fare la domanda di cittadinanza, ma i tempi di attesa estenuanti, i documenti difficili da recuperare e i requisiti di reddito li hanno scoraggiati». Lui invece no: quando ha spento le 18 candeline, ha avviato le pratiche per essere riconosciuto cittadino del Paese in cui era nato e cresciuto.

«Ero anche scottato – dice – da alcuni episodi in cui essere "straniero a casa propria" mi aveva fatto perdere delle opportunità». Lorenz cita quello che spesso rappresenta la cartina di tornasole per tanti adolescenti figli d’immigrati: l’agognata gita all’estero. Ricorda: «La nostra classe aveva ottenuto di andare a Londra, ma io, dopo svariati tentativi, dovetti rinunciare perché avevo un passaporto extraeuropeo. Persi i 100 euro della caparra, ma soprattutto fu una grande amarezza: per me e i miei compagni divenne l’occasione di scoprirci non così uguali come credevamo e come proprio a scuola ci avevano insegnato».

Terminato l’istituto alberghiero a Monza, Lorenz è stato assunto per due anni in un ristorante sushi a Milano e oggi lavora sul ristorante delle Freccia Rossa nelle diverse tratte dell’alta velocità italiana.