Attualità

SEI MESI DOPO IL SISMA. La Lombardia riapre le scuole ma «fa da sé»

Marcello Palmieri lunedì 19 novembre 2012
In Lombardia l’'istantanea' scattata a 6 mesi dal sisma mostra una distesa di con­traddizioni. Nel Mantovano e nel Cremonese sono circa 3300 le persone che ancora non possono far ritorno nella loro abitazione. «Attualmente si trovano presso parenti o strutture turistiche ­spiega il vicecommissario per l’e­mergenza, Carlo Maccari -, so­stenute dal cosiddetto contribu­to di autonoma sistemazione: 100 euro al mese per ogni com­ponente della famiglia, con un massimo di 600 euro a nucleo e un incremento del 20% per an­ziani e disabili». Importanti prov­videnze a favore di industria e a­gricoltura, settori che il sisma ha letteralmente messo in ginoc­chio, ma l’iter per lo stanzia­mento è lungo e la disponibilità concreta delle risorse tarda ad ar­rivare.Maccari lo sa. E avverte: «anche i terremoti meglio gesti­ti, come quello del 2004 a Salò, richiesero tempi piuttosto lun­ghi. Capisco la fretta della popo­lazione ma le istanze da mediare nell’interes­se generale sono mol­te ». Quanto me­no, bambini e ragazzi vanno a scuola. Non importa che le 'scuole' si trovino adesso nei vecchi edifici oppure in moduli provvisori (come per esempio a Moglia) o in strutture prefabbri­cate (quella di Pegognaga, co­struita in 58 giorni): l’anno 2012/2013 è iniziato nel segno della normalità. Grazie allo Stato? Maccari dissente.Idem Alessan­dro Pastacci, presidente della Provincia di Mantova. «Il Gover­no è rima­sto silente. Abbiamo dovuto ra­cimolare 12 milioni dal fondo re­gionale per l’edilizia scolastica togliendo ri­sorse alle altre province. In ogni caso - precisa Pastacci - contiamo di ricostituire questa riserva con i fondi stranziati per l’emergen­za dal Decreto legge 74/12 ora convertito nella legge 122/2012, quella per la ricostruzione post sismica». Nella diocesi virgiliana le chiese danneggiate dal terre­moto sono 129, il 43% del totale. Ottantatrè ancora inagibili, per un danno complessivo che su­pera gli 80 milioni di euro. A Qua­trelle, frazione di Felonica, si i­naugura oggi la prima chiesa pre­fabbricata in Lombardia, donata dalla Caritas di Como. Il terre­moto è arrivato anche a lambire la diocesi di Cremona, che conta danni al suo patrimonio tra gli 8 e i 10 milioni. Intanto, domani, nella curia di Milano, il vescovo di Mantova, Roberto Busti, presenterà il pro­getto “Le nostre chiese, la storia di tutti”. Obiettivo: «Riaprire en­tro Natale le chiese con i danni meno gravi». «Già alla prima scossa – aggiunge il vescovo man­tovano – il cardinale Angelo Sco­la, arcivescovo di Milano, mi ha scritto una lettera molto affet­tuosa manifestando la parteci­pazione sua personale e dell’in­tera diocesi da cui provengo. Nel­lo stesso messaggio mi assicura­va aiuti concreti: sono così ini­ziati i vari gemellaggi». La Lombardia riapre le scuole ma «fa da sé»