In Lombardia l’'istantanea' scattata a 6 mesi dal sisma mostra una distesa di contraddizioni. Nel Mantovano e nel Cremonese sono circa 3300 le persone che ancora non possono far ritorno nella loro abitazione. «Attualmente si trovano presso parenti o strutture turistiche spiega il vicecommissario per l’emergenza, Carlo Maccari -, sostenute dal cosiddetto contributo di autonoma sistemazione: 100 euro al mese per ogni componente della famiglia, con un massimo di 600 euro a nucleo e un incremento del 20% per anziani e disabili». Importanti provvidenze a favore di industria e agricoltura, settori che il sisma ha letteralmente messo in ginocchio, ma l’iter per lo stanziamento è lungo e la disponibilità concreta delle risorse tarda ad arrivare.Maccari lo sa. E avverte: «anche i terremoti meglio gestiti, come quello del 2004 a Salò, richiesero tempi piuttosto lunghi. Capisco la fretta della popolazione ma le istanze da mediare nell’interesse generale sono molte ». Quanto meno, bambini e ragazzi vanno a scuola. Non importa che le 'scuole' si trovino adesso nei vecchi edifici oppure in moduli provvisori (come per esempio a Moglia) o in strutture prefabbricate (quella di Pegognaga, costruita in 58 giorni): l’anno 2012/2013 è iniziato nel segno della normalità. Grazie allo Stato? Maccari dissente.Idem Alessandro Pastacci, presidente della Provincia di Mantova. «Il Governo è rimasto silente. Abbiamo dovuto racimolare 12 milioni dal fondo regionale per l’edilizia scolastica togliendo risorse alle altre province. In ogni caso - precisa Pastacci - contiamo di ricostituire questa riserva con i fondi stranziati per l’emergenza dal Decreto legge 74/12 ora convertito nella legge 122/2012, quella per la ricostruzione post sismica». Nella diocesi virgiliana le chiese danneggiate dal terremoto sono 129, il 43% del totale. Ottantatrè ancora inagibili, per un danno complessivo che supera gli 80 milioni di euro. A Quatrelle, frazione di Felonica, si inaugura oggi la prima chiesa prefabbricata in Lombardia, donata dalla Caritas di Como. Il terremoto è arrivato anche a lambire la diocesi di Cremona, che conta danni al suo patrimonio tra gli 8 e i 10 milioni.
Intanto, domani, nella curia di Milano, il vescovo di Mantova, Roberto Busti, presenterà il progetto “Le nostre chiese, la storia di tutti”. Obiettivo: «Riaprire entro Natale le chiese con i danni meno gravi». «Già alla prima scossa – aggiunge il vescovo mantovano – il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, mi ha scritto una lettera molto affettuosa manifestando la partecipazione sua personale e dell’intera diocesi da cui provengo. Nello stesso messaggio mi assicurava aiuti concreti: sono così iniziati i vari gemellaggi». La Lombardia riapre le scuole ma «fa da sé»