Referendum. Lombardia, il flop del voto elettronico: ecco perché
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni
Va a rilento lo spoglio delle “schede” del referendum per l'autonomia in Lombardia, tanto che il presidente della Regione, Roberto Maroni, è stato costretto a rinviare più volte la conferenza stampa di commento dei dati. Inizialmente convocata per le 11.30, è stata una prima volta posticipata alle 13, poi alle 13.30 e infine alle 16.30, per poi essere nuovamente convocata per le 13. Segno che non tutto ha funzionato nella macchina elettorale del Pirellone. I risultati, non ancora ufficiali, sono stati pubblicati sul sito dedicato ai Referendum.
Scrutatori bloccati nei seggi
«Siamo bloccati all'interno delle scuole», hanno protestato, questa notte, gli scrutatori che hanno dovuto attendere la conferma che la lettura delle penne usb, che contengono i dati di voto dei singoli tablet, fosse andata a buon fine. In caso contrario, infatti, i digital assistants avrebbero dovuto ricavarli direttamente dalle memorie interne delle voting machine. In una scuola del quartiere San Siro, i presidenti hanno addirittura minacciato di andarsene chiudendo i verbali con gli agenti della polizia locale che prospettavano loro una denuncia se avessero chiuso senza autorizzazione.
Il Pd: «Maroni chieda scusa»
«Il sistema che doveva portarci nel futuro, il fiore all'occhiello di Regione Lombardia ci porta invece a un passato lontano. È passata una notte intera e ancora non ci sono i risultati». È durissimo l'attacco del segretario regionale del Pd lombardo, Alessandro Alfieri. «Il sito della Regione - ha sottolineato - è stato chiuso quando doveva raccontare i risultati e invece c'è una slide delle ore 3 dove si stima un'affluenza al 39% dopo che Maroni aveva festeggiato il superamento del 40%». Secondo Alfieri, dunque, il governatore dovrebbe «mettere da parte l'arroganza e chiedere scusa per i disservizi, per le tante persone bloccate nei seggi a lavorare fino alle due di notte per l'incapacità di questo sistema. È evidente - ha aggiunto - che qualcosa non ha funzionato ed è giusto chiedere scusa. Io lo trovo indecente».
Il governatore: «Voto elettronico ha funzionato»
«Abbiamo avuto problemi con 300 chiavette, problemi tecnici, che stiamo risolvendo, di collimazione di dati», si è difeso il governatore Roberto Maroni, che in mattinata ha valutato i risultati del referendum con il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. «Il voto elettronico ha funzionato», ha aggiunto Maroni incontrando i giornalisti nella sede della Regione Lombardia poco dopo le 13, spiegando le due criticità.
La prima criticità è stata il fattore umano: in alcuni seggi i presidenti ha digitato su più voting machine lo stesso pin e «questo ja bloccato l'apertura delle chiavette, anche se il voto è stato regolare». Questo problema sarà risolto dando istruzioni più chiare.
La seconda criticità è stata che alcune voting machine «hanno iniziato le operazioni in modalità test invece che modalità voto». Il voto è stato comunque registrato e non ci sono stati problemi di conteggi. Nel primo pomeriggio mancavano ancora 122 chiavette su 24.336, cioè 10 Comuni su 1.523.
Maroni si è detto dunque soddisfatto del test del voto elettronico: «Chiederò al ministro dell'Interno Marco Minniti di tenere conto della sperimentazione». Infine: «Non mi devo scusare con nessuno, semmai lo deve fare chi nei giorni del silenzio ha parlato a sproposito e invitato a non votare, il Pd si guardi in casa».