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Welfare. Locatelli: «Al G7 una Carta per la valorizzazione di autonomia e inclusione»

Alessia Guerrieri venerdì 21 giugno 2024

La ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli: sarà lei la padrona di casa al G7 per l'inclusione che si svolgerà in Umbria a ottobre

L’Italia vuole essere il «motore trainante sul tema della disabilità e dell’inclusione», dimostrando con la concretezza delle esperienze del nostro Paese la necessità di rimettere al centro la persona « vedendo negli altri le potenzialità e non i limiti». Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, parte dall’importanza di aver inserito, per la prima volta, nelle conclusioni di un G7 un paragrafo specifico su inclusione e disabilità: «I leader hanno dimostrato che per loro è una delle priorità».

La considera una svolta culturale?

Il significato chiaro è l’attenzione altissima, e a questo punto globale, al tema dell’inclusione e della disabilità che non può più attendere e che è responsabilità condivisa a tutti i livelli. Questa volta l’Italia vuole essere un promotore internazionale di dialogo. Finora nei G7 non è mai stata pensata una linea per la persona con disabilità e nemmeno per la persona più in generale rispetto al tema dell’inclusione, che è invece cruciale. Ecco perché è importante l’appuntamento dell’autunno in cui, dal 14 al 16 ottobre in Umbria, si terrà il primo G7 Inclusione e disabilità. Il richiamo dei leader a quello che noi faremo è fondamentale per legittimare ancora di più questa azione.

Quale sarà la linea dell’Italia?

La linea che stiamo portando avanti in questi mesi è di coinvolgere anche gli altri colleghi che si occupano di disabilità e promuovere il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi. Un concetto che è stato ribadito anche nel paragrafo dedicato alla disabilità e all’inclusione firmato da tutti i leader del G7 in Puglia.

Ma quale sarebbe l’elemento di novità?

Intendo anche promuovere la valorizzazione della persona, perché finora ci siamo occupati di disabilità come se dovessimo rispondere ad un bisogno specifico, e solo di tipo assistenziale, mentre l’obiettivo oggi è di valutare le potenzialità di ogni persona come risorsa strategica per la coesione e la crescita delle nostre comunità e dei nostri Paesi. Per rendere ancora più concreta l’esperienza di questo storico evento ho deciso di svolgere l’accoglienza delle delegazioni ministeriali in piazza, potranno partecipare tutti: persone con disabilità, famiglie, associazioni, cittadini e istituzioni a tutti i livelli, per lanciare un chiaro segnale di partecipazione, condivisione e pace.

Su quali punti si orienterà la carta finale?

Ci sarà un documento finale, la carta di Solfagnano citata anche nelle conclusioni dei leader, basato su otto priorità. Uno dei punti strategici riguarda l’impegno di considerare disabilità e inclusione come temi prioritari in tutte le agende, perché se ne parli in tutti gli eventi nazionali e internazionali. Un altro aspetto di rilievo riguarda la valorizzazione delle persone, declinata anche nella vita quotidiana e nell’inclusione lavorativa. Altro tema molto attuale è quello legato all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie, che per l’autonomia e la vita indipendente di una persona con disabilità sono un’area di estremo interesse per garantire maggiori servizi e ausili più avanzati. Parleremo anche di prevenzione e soccorso delle persone con disabilità in caso di catastrofi naturali, un argomento che abbiamo trattato anche nell’incontro annuale all’Onu appena concluso a New York.

Alla Conferenza mondiale sulla disabilità alle Nazioni Unite l’Italia ha organizzato un “side-event” che è stato molto partecipato.

All’evento “Inclusione: i talenti e le competenze nella cucina italiana” sono intervenute tante realtà italiane che sono attive nella ristorazione: hanno testimoniato la loro eccellenza nella cucina italiana e hanno cucinato per la prima volta nelle cucine dell’Onu, dimostrando che è possibile fare inclusione concretamente.

A proposito di riforma sulla disabilità: come renderla operativa e concreta in un territorio tanto frammentato?

Soprattutto attraverso la formazione che inizierà nelle prossime settimane nelle nove province che sono state individuate per la sperimentazione, che partirà dal primo gennaio 2025 e che si estenderà a tutto il territorio italiano. La sperimentazione sarà caratterizzata da una formazione capillare per tutti gli operatori che nei diversi enti sono a diretto contatto con i cittadini. Inoltre l’estensione della formazione prevede il coinvolgimento di tutti i Comuni in collaborazione con l’Anci, delle Regioni, delle università, attraverso accordi con il ministero, e degli enti del Terzo settore. Questo cambio di prospettiva ci aiuterà a scardinare un metodo eccessivamente burocratizzato e disfunzionale, che oggi non regge più. Serve uno sguardo nuovo, più ampio, perché davanti a noi abbiamo una persona con diversi bisogni. Vogliamo passare da una risposta frammentata ad una presa in carico che stimoli la cooperazione di tutti gli enti.