Laura Boldrini. «Lo slogan è diventato "prima gli ungheresi"»
Mi pare che per Salvini ora lo slogan sia diventato 'prima gli ungheresi' », ironizza Laura Boldrini. «Orban è portatore di una visione illiberale e anti-italiana. La lunga storia democratica dell’Italia non consente di avere un interlocutore così », dice l’ex presidente della Camera, che oggi sarà a piazza San Babila, a Milano, al presidio di protesta per l’incontro che il ministro dell’Interno ha in programma con il leader ungherese. E, per le prossime europee, propone «una lista unica di centrosinistra, senza simboli di partito».
Ma partiamo dal caso Diciotti, lei ha lavorato per 15 anni all’alto commissariato per i rifugiati.
Posso dire che ne ho viste tante, ma qui ci troviamo di fronte a una situazione insieme grottesca e drammatica. Anche in passato ci sono stati casi in cui per giorni si è verificato un rimpallo di responsabi- lità fra Stati, specie con Malta, ma mai si è verificato uno stallo simile con i migranti a bordo di un’imbarcazione della Guardia costiera, ai quali per giorni non è stato dato né accesso a un porto italiano né l’autorizzazione allo sbarco né di fare una domanda d’asilo, che è diritto contenuto in Costituzione, nel testo unico sull’immigrazione, nelle direttive Ue e persino nella Bossi- Fini. In questo caso della Diciotti, Salvini si è incartato e si è fatto male da solo.
Invece si parla di successo e di solidarietà di alcuni stati.
È solo propaganda che altera la realtà. La Chiesa va ringraziata per la disponibilità che ha dato, ma la procedura d’asilo verrà fatta in Italia e l’accoglienza sarà inserita nelle convenzioni che le associazioni cattoliche hanno con lo Stato. L’Ir-landa se ne prende 20 grazie alle intercessioni del Santo Padre, quanto alla quota dell’Albania il trasferimento potrà essere fatto solo su decisione dei migranti, non essendo questo un Paese Ue. Mi pare che l’Italia sia sempre più isolata, anche se si cerca di raccontare un’altra storia. Nessun Paese europeo si è fatto avanti, se non l’Irlanda, come omaggio al Pontefice che era in visita ufficiale. Salvini è rimasto completamente solo, non gli dà retta più nessuno. Nemmeno i suoi amici del patto di Visegrad.
Un paradosso, questo.
Il paradosso è che il 'patriota' Salvini è amico di chi crea problemi all’Italia. Non dimentichiamo che Orban è destinatario di più procedure di infrazione per l’immigrazione. Parliamo di un leader che ha introdotto il reato di solidarietà per chi aiuta i migranti, ma anche di un premier che sta comprimendo i diritti dei suoi stessi cittadini.
Il suo successore, Fico, dice però cose coraggiose.
Ma la sua purtroppo resta una posizione personale, che non fa breccia nel Movimento. Di Maio continua a fare lo scudiero di Salvini e questo assetto dà la sensazione che sia solo un gioco delle parti. Il ministro dell’Interno ha replicato in modo rozzo al presidente della Camera, e Di Maio, invece di difenderlo, ha detto che lui parla a titolo personale.
Quali insegnamenti invece per una sinistra in crisi e dilaniata?
Dice molto, e soprattutto la mette in guardia rispetto all’assalto sovranista che ci sarà alle Europee. Le forze del centrosinistra debbono cogliere l’eccezionalità del momento con un’iniziativa politica inedita. Servono candidature nuove, espressione dell’associazionismo laico e cattolico, dei sindaci, dell’ambientalismo. Serve un simbolo unico nuovo, e ritrovarsi su 5 temi. Il primo: no alla politica di austerità, al Fiscal compact nei Trattati e sì a una nuova politica economica che punti alla crescita e all’occupazione e al sociale fino a un contributo europeo di disoccupazione. Per fare questo serve una seria riforma fiscale seria. Poi: riforma di Dublino e del sistema di asilo. Tutela dei diritti umani e civili, messi a dura prova in Europa. E mantenere gli impegni Cop21 sull’ambiente. Su questi temi è importante dare voce e centralità a quei mondi con i quali non siamo più riusciti a parlare.