Attualità

FUORI DAL PALAZZO. Lo scontro che il Paese non capisce

venerdì 27 settembre 2013
A Roma il Popolo della libertà sta raccogliendo i moduli per le dimissioni, firmati dai propri parlamentari. Le fibrillazioni politiche sono via via sempre più forti. Si parla esplicitamente di una probabile crisi di governo. Si arriva a ventilare la possibilità che anche il presidente della Repubblica possa risolversi a rimettere il mandato, come atto di "reazione" a una classe politica incapace di portare a termine le riforme necessarie al Paese e che erano state poste come condizione dallo stesso capo dello Stato per accettare la rielezione. Ma fuori del Palazzo della politica, nel Paese, nella società civile, come viene percepita questa forte drammatizzazione? Quali scenari è prevedibile si aprano e come potrebbero impattare sulla vita dei cittadini? Abbiamo provato a capirlo con l’aiuto di tre esponenti della stessa società civile: un acuto osservatore sociale come Giuseppe Roma, un giurista come il costituzionalista ed ex presidente della Consulta Piero Alberto Capotosti e Roberto Snaidero, un rappresentante di quella classe imprenditoriale che, nonostante tutto, continua a fare impresa nel nostro Paese e ad esportare il made in Italy nel mondo. IL SOCIOLOGO ROMA: «È una crisi di nervi Serve un progetto di futuro»L'IMPRENDITORE SNAIDERO: «Non è l’ora dei giochi di Palazzo Se torna l’incertezza, addio ripresa»IL GIURISTA CAPOTOSTI: «Una forzatura clamorosa che fa male alle istituzioni»