Migranti. Ecco Life Support, la nave di Emergency: «Pronti a salvare vite in mare»
La Life Support di Emergency
Si specchia nel mare azzurro di Calata Molo Vecchio, Porto Antico di Genova, punto più rappresentativo ed iconico della città, il rosso di Life Support, prima nave di Emergency, pronta a navigare nelle acque internazionali a Nord della Libia e a Sud di Lampedusa per operazioni umanitarie e salvare disperati che fuggono da brutalità, povertà e guerre. Idea concepita dall’organizzazione quando Gino Strada era ancora vivo. E per ricordarlo sulle murate della nave è scritta una sua frase: «I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi». Stazza 1.350 tonnellate, ha 25 persone di equipaggio, compresi medici, operatori e mediatori, tutti con appassionata e irreversibile vocazione solidaristica. Può ospitare 175 persone nelle operazioni Search and Rescue. È costata 1,5 milioni di euro e armarla per il compito nobile cui è destinata ne ha richiesti altri 6-700 mila, spiega Paolo Parrino, direttore Field Operations Departement.
Ben strutturata, idonea ad ospitare con adeguata dignità donne e uomini, era nave di rifornimento alle piattaforme petrolifere nei mari del Nord. A latitudine ben diversa salverà vite umane, potendo anche usufruire di un attrezzato mini-ambulatorio, a metà tra piccolo pronto soccorso e grande ambulanza. Lo mostra Paola Tagliabue, anestesista del Policlinico di Milano con all’attivo missioni Sar sulla Open Arms: «Arrivano a bordo spaventati, denutriti, vittime di violenza – dice commossa – come indicano i loro occhi; molti con ustioni provocate dal carburante a contatto con acqua di mare. Assistenza è anche ascoltarli, ascoltare i loro silenzi, quello che non vogliono raccontare».
Un discorso a parte lo merita il comandante Life Support, Paolo Fusarini, romano, 68 anni, in pensione. «Dalle navi da crociera, dove la gente pagava per divertirsi, a questa che invece va in soccorso di sventurati, per me c’è il denominatore comune eguale in ogni caso, di salvare vite in mare». Quasi una massima quella che espone Fusarini, vero lupo di mare, capitano coraggioso: «Sono emozionato come mai. Potrei starmene con i miei cagnoloni o con i nipoti, invece ho preferito mettermi in gioco, orgoglioso di essere comandante di questa nave. Mi ha chiamato un amico. Mi ha detto che cercavano un comandante per questa nave ed ho accettato. Sto imparando moltissimo dal mio team a bordo. Sono uomo di mare e primo scopo è salvare vite umane. È una bella e grossa sfida. Non è giusto morire in mezzo al mare. Ho comandato cargo, portacontainer per 7-8 anni; poi ho cambiato totalmente genere e sono entrato in Costa Crociere. Per due anni comandante in seconda; poi per nove anni comandante. Ho girato il mondo e ho comandato Costa Marina, Classica, Romantica, Magica, ed altre». Si esalta quando mostra la plancia di comando; spiega che viaggia a 12,5 nodi ed è molto manovrabile.
Mostra il timone che è un volantino con la parte superiore aperta e i comandi dei due motori e eliche. «Ma ci sono pure comandi per le eliche laterali, per muoversi appunto di lato. Eliche a passo variabile per adattare la pala dell’elica alla navigazione. Nostro compito è garantire supporto a chiunque lo chiederà. Lo facciamo perché vogliamo essere bravi; e bravo è tutto il team». E una determinata Rossella Miccio, presidente Emergency, informa che oggi e domani la nave è visitabile: «Per mostrare come lavoreremo in mare ma anche per far riflettere sulla necessità politiche migratorie che salvaguardino la vita umana».