Ha seguito con attenzione e con trepidazione, da europeista convinto qual è, l’evolversi della crisi della moneta unica. E, di certo, Giorgio Napolitano si augurava un intervento più tempestivo. Ma ora che l’Unione Europea ha indicato «finalmente» una strada, dà atto alle istituzioni comunitarie e al governo italiano di aver fatto il passo giusto e necessario. In favore dell’Unione e contro gli egoismi nazionalistici. Il presidente della Repubblica appare dunque sollevato: «Le decisioni finalmente prese a Bruxelles e a Francoforte per sconfiggere l’offensiva contro l’Euro e a prestare valide garanzie a tutela non solo della moneta unica ma dell’economia europea e delle sue esigenze di sviluppo – ha detto in una dichiarazione diffusa dall’uffico stampa del Quirinale – costituiscono un’importante motivo di fiducia nel futuro dell’Europa e delle sue istituzioni comuni». Napolitano non fa sconti ai "ritardatari", che hanno perso tempo prezioso; ma prende atto che, alla fine, il gigante europeo si è mosso: «Dopo molte esitazioni e resistenze, che hanno provocato dannosi ritardi e pesanti perdite di prestigio, si è aperta una strada di più efficace integrazione lungo la quale c’è ora da procedere speditamente». E loda l’atteggiamento del governo italiano, che si è mosso nella tradizionale linea europeista: «Nel momento culminante della crisi solo ora arginata, l’Italia ha fatto la sua parte e l’ha fatta nel senso giusto, secondo il ruolo che l’ha storicamente caratterizzata: proporre e sollecitare più Europa, più unità, più integrazione, contro ogni ripiegamento su meschini, indifendibili egoismi nazionali». La dichiarazione sull’Euro va letta congiuntamente a un messaggio che il capo dello Stato ha inviato ai partecipanti al "Patto del Capranica, nel quale afferma che «la difficile congiuntura economica richiede un atteggiamento rigoroso e responsabile da parte delle istituzioni e del mondo delle imprese e del lavoro».Soddisfazione per le parole di Napolitano vengono espresse, nel Pdl, dal portavoce Daniele Capezzone e dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, per il quale «riconoscono in maniera forte e inequivocabile l’impegno del governo Berlusconi nella gestione della crisi economica». Da qui l’auspicio che «contribuiscano a svelenire il dibattito politico italiano e a richiamare ad una maggiore responsabilità i partiti dell’opposizione». Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini risponde così: «Tutti danno ragione a Napolitano e poi ciascuno si comporta in modo difforme». Mentre il presidente dell’Idv Antonio Di Pietro ha un’idea diversa sui meriti del governo: «Berlusconi si è attribuito il merito dell’accordo salva-Euro. In realtà l’Italia è la prima mela marcia tra i Paesi membri, ed ha contaminato la stabilità monetaria ed economica dell’Ue».