Coronavirus. I "riservisti" dei vaccini avanzati: l'Italia che aspetta in panchina
Personale scolastico in attesa della vaccinazione a Milano
Personale scolastico in attesa della vaccinazione a Milano - Fotogramma
Galeotta fu la frase, pronunciata in tv davanti agli italiani una domenica sera: «Basta sprecare dosi, chiunque passa va vaccinato » aveva detto il commissario all’emergenza Covid, Paolo Francesco Figliuolo. E in molti l’hanno preso alla lettera. Tanto che il giorno dopo medici, ospedali, centralini e pronto soccorsi sono stati presi d’assalto da chi non vedeva l’ora di farsi iniettare il tanto atteso vaccino. Soprattutto dopo lo stop di quattro giorni al vaccino AstraZeneca e la rinuncia da parte di alcuni. La domanda più frequente rimane: «Come posso mettermi in lista d’attesa per ricevere il vaccino?». Le Regioni, ancora una volta, si muovono in ordine sparso anche se la direttiva è chiara. Non esiste nessun 'vaccino sospeso' ma, soprattutto, nessun riservista dell’ultimo momento. Per evitare che dosi residue a fine giornata possano finire gettate via, il generale Figliuolo ha disposto in un’ordinanza le modalità per il loro impiego.
L’ordinanza di Figliuolo
Nel testo dello scorso 15 marzo si dispone che le dosi di vaccino eventualmente residue a fine giornata, qualora non conservabili, «siano eccezionalmente somministrate, per ottimizzare l’impiego evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità individuato dal Piano nazionale e successive raccomandazioni ». Le liste di riserva, pertanto, devono includere le categorie vaccinali già individuate dal piano (che peraltro negli ultimi due mesi è già cambiato tre volte, ndr). Dopo gli over 80 si procede quindi con i più fragili: le persone con disabilità, i malati oncologici, i cittadini con patologie croniche e i loro care giver. Nessun privilegio quindi per gli amici degli amici o per categorie professionali: le parole di Figliuolo sono chiare, si procede per ordine anagrafico. Cosa che non è avvenuta, ad esempio, anche nel Cremonese, con le dosi somministrate ai dipendenti comunali.
I 'furbetti' del Cremonese
È accaduto a Sospiro, cittadina in provincia di Cremona dove domenica è stato aperto un hub vaccinale presso la Fondazione Sospiro, Rsa e centro che si occupa di disabilità. Un messaggio via WhatsApp per dare a consiglieri comunali, dipendenti e collaboratori comunali le dosi di vaccino anti Covid avanzate dopo la giornata di somministrazione alla popolazione inserita nelle categorie prioritarie. «Il ragionamento è stato che piuttosto che buttarle era meglio darle al primo che passava», ha spiegato il sindaco Fausto Ghisolfi. «Sono stato avvertito dai responsabili della Fondazione che c’erano dosi in più – ha precisato – ma non si è presentato nessuno, la scelta era se buttarle o chiamare qualcuno». Alla fine, rivela il primo cittadino, «di tutte le persone che ho contattato, circa 25, se n’è presentata una: le altre presumo le abbiano buttate».
La panchina vaccinale in Toscana
La Regione Toscana apre da oggi la 'panchina vaccinale', un sito Internet dove ci si potrà iscrivere per diventare 'riservisti' in caso di dosi di vaccino avanzate, dopo le disdette, a fine giornate nei centri vaccinali. La funzione consentirà di rendersi disponibile a chiamate dell’ultimo minuto. Dopo anche la polemica scoppiata proprio ad Arezzo e la somministrazione al giornalista Andrea Scanzi (vaccinato come 'riservista' nella categoria caregiver, ndr), secondo Maria Elena Boschi, un «atteggiamento vergognoso non solo saltando la fila ma mettendo insieme una squallida lista di bugie».
Tra le priorità i detenuti
La popolazione carceraria è tra le categorie prioritarie previste dal piano vaccinale, precisano dalla struttura del Commissario per l’emergenza. « L’attuale piano di vaccinazione contempla e prevede la vaccinazione della popolazione carceraria, la quale rientra nelle categorie prioritarie previste dal ministero della Salute».
MANCANO LE INDICAZIONI
Umbria, al telefono con il Cup «Qui non c’è nessuna lista»
E proprio nella giornata di ieri la Regione Umbria ha comunicato che ad inizio aprile partirà la vaccinazione per le persone da 70 a 79 anni, a chiamata diretta e con il preparato di Astrazeneca ma per adesso, niente liste di riserva: «Ho fatto anche io questa domanda stamattina al Cup, e mi hanno dato la stessa risposta», confidano alcuni esponenti politici locali. La situazione è complessa, perché all’interno della Usl Umbria 1 è stata aperta una indagine interna a seguito della somministrazione 'lampo' avvenuta domenica scorsa di 110 dosi avanzate del vaccino presso un
distretto dell’Alta Umbria ad altrettanti avvocati del Foro di Perugia, mentre sul fronte degli over 80 la regione è in grave ritardo rispetto al resto del Paese, anche per via della scarsità di forniture delle fiale di Pfizer e Moderna, che necessitano entrambe di doppia dose.
(Emanuele Lombardini)
VENETO, CHIAMATE VIA SMS
Boom di defezioni tra i prof E Zaia convoca “last minute”
Defezioni in massa, anche nel Veneto, degli insegnanti chiamati a vaccinarsi. Siamo addirittura intorno al 50% in determinate aree della Regione. «Per questo, rafforzeremo i 'riservisti' », fa sapere il governatore Luca Zaia. Cioè saranno chiamati i cittadini che vogliono vaccinarsi, per classi di età.
In particolare – come spiega il direttore dell’Uls2 di Treviso, Francesco Benazzi – saranno convocati via sms coloro che sono prenotati per il giorno successivo, sempre secondo le classi di età programmate. Il presidente Zaia lo ha detto esplicitamente in uno dei suoi ultimi punti stampa quotidiani sul Covid: «Evitiamo false informazioni, il metodo non è questa nuova tendenza di andare nei punti vaccinali a fine giornata per vedere se si riesce ad avere una dose di vaccino».
Il classico sms insomma continua a dimostrarsi utile. Ma in Veneto è in arrivo il nuovo sistema di prenotazione, un software dotato di numero verde unico: «Dovrebbe essere operativo a breve – anticipa il governatore –: comunicheremo la fascia d’età e i cittadini che vi rientrano potranno prenotarsi senza aspettare che qualcuno li chiami». Poi, ricreandosi il clima di fiducia, anche le defezioni si contrarranno.
Zaia sottolinea in questa prospettiva la fondamentale collaborazione con i medici di base; «Perché loro conoscono i pazienti e così possiamo depistare i soggetti fragili e vaccinare secondo criteri puntuali».
LA SCELTA DELLA CITTÀ
Bologna, poche dosi avanzate «Prima tocca ai volontari»
A Bologna le dosi di vaccino avanzate giornalmente sono molto contenute. Lo assicura Renato Todeschini, medico del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl locale, che organizza l’attività del grande hub alla Fiera.
Anche nei poli vaccinali locali il resto arriva al massimo a 5 dosi. Infatti Moderna, confezionato in fiale da 11 dosi, viene utilizzato solo a domicilio e l’AstraZeneca, anche aperto, si conserva fino a 48 ore; il problema si pone dunque solo per Pfizer, ad oggi iniettato agli over 80, che si presenta in fiale da 6 dosi. Dunque, spiega Todeschini, «ne possono restare al massimo 5 e finora abbiamo provveduto ad iniettarle, a fine giornata, ai volontari stessi dell’hub, che sono a tutti gli effetti operatori sanitari».
Non esiste una lista, ma solo il buon senso anti- spreco: «Perché niente vada disperso, a fine turno proponiamo la vaccinazione a chi ha accompagnato anziani fragili». In altri casi i vaccini vengono consegnati a medici di base che li iniettano a domicilio a pazienti da loro individuati. «Io stesso ho utilizzato alcuni resti per i sacerdoti più anziani della Casa del Clero»: infatti si dà priorità a chi comunque sarebbe in lista a breve, ma non può muoversi.
Inizialmente la sera fuori dal centro vaccinale si formavano lunghe file, «fino a 150 persone, auto-organizzate in liste. Abbiamo disincentivato tale pratica, frutto di cattiva informazione» spiega Todeschini. Rimane aperta la questione del richiamo: non è ancora chiaro come e quando verranno ricontattati questi 'riservisti'.
TRA ANZIANI E GIOVANI
«Preferisce oggi o domani?» L’Asl Napoli 2 gioca d’anticipo
In Campania, i 'riservisti' del vaccino hanno il volto dei tanti anziani e giovani che almeno da una settimana si stanno mettendo in fila davanti ai centri vaccinali di Salerno e provincia per una fiala. Si presentano davanti alle strutture allestite dall’Asl, sfidando le temperature rigide di questo inizio primavera. Qualcuno ha creato anche liste fai da te. Ogni Asl della Regione si sta organizzando al meglio per rispondere alle direttive venute dal commissario straordinario all’emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo. Nel capoluogo, il problema principale di questi giorni è la diserzione della vaccinazione con AstraZeneca da parte degli insegnanti e degli agenti della polizia municipale, che ha interessato perfino più della metà delle persone da vaccinare col farmaco anglo-svedese. L’Asl Napoli 2 Nord sta affrontando il nodo 'riservisti' contattando in giornata i pazienti previsti per il giorno dopo, cui viene chiesto se sono disponibili a presentarsi al momento. L’imperativo è, manco a dirlo, evitare che vada sprecata la minima fiala di vaccino. Vanno aperte solo se si ha la certezza che saranno utilizzate. «Si presenterebbe oggi o preferisce venire domani?». Questa è più o meno la domanda che si sentono fare i pazienti dell’Asl napoletana da vaccinare.
All’inizio della campagna vaccinale sono stati i medici vaccinatori a fare da 'riservisti'. Non si facevano vaccinare quando era il loro turno, ma quando c’erano fiale che rischiavano di andar perse.