Attualità

VERSO IL VOTO. Cosentino è fuori lo psicodramma del Pdl

Vincenzo R. Spagnolo lunedì 21 gennaio 2013

*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI

«Cosentino candidato? Credo di no...». Sono le cinque di sera quando Mara Carfagna, uscendo dal vertice del Pdl in corso in via dell’Umiltà, anticipa ai cronisti la conclusione del giallo di giornata sulle liste pulite. Dopo le rinunce di Marcello Dell’Utri e Marco Milanese, resta infatti il dubbio sulla presenza o no in lista dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino, rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione camorristica. A sciogliere il nodo non è servita una lunga notte di trattative guidate da Silvio Berlusconi in persona, affiancato dal segretario Angelino Alfano. E, appoggiando l’orecchio al ventre del partito, si odono, quasi come borborigmi, indiscrezioni inquietanti e contraddittorie: «Cosentino c’è ancora», assicura una fonte. «Niente affatto, è stato messo fuori lista e per risposta ha chiesto ai suoi fedelissimi di chiamarsi fuori, creando un vuoto di 8-10 posti, fra Camera e Senato...» giura un’altra. I rumors più clamorosi si diffondono proprio dopo le 17, quando le agenzie di stampa rilanciano una notizia che, se confermata, sarebbe sconcertante: dopo l’esclusione di Cosentino, sembrerebbe essere sparita la documentazione delle liste nella circoscrizione Campania 2 della Camera. C’è perfino chi sostiene che l’abbia portata via lui stesso, andandosene con le carte sottobraccio. La voce non fa a tempo a rimbalzare sul web, diventando in un amen il primo titolo dei notiziari, che da via dell’Umiltà arriva una nota di smentita: «È una notizia destituita di fondamento. La documentazione è nelle mani del commissario regionale della Campania, il senatore Francesco Nitto Palma, che sta provvedendo al deposito». Affermazioni che però non smorzano l’effetto caos, né rassicurano i candidati in pectore. C’è infatti chi è già saltato su un treno o sta correndo in auto verso Napoli, incurante dei Tutor sulla A1, per affrettarsi a rifirmare le carte, prima che giungano le 20, ora limite per la consegna delle liste. Così, alle 18.30 numerosi esponenti del Pdl si trovano all’hotel Terminus: «Siamo qui perché dobbiamo firmare nuovamente le candidature e non sappiamo neanche perché», racconta il candidato al Senato Ciro Falanga, che però poi corregge il tiro: «Non ci sono fra noi uomini che scappano col pallone. Abbiamo firmato due volte, forse perché delle liste saranno andate smarrite...». Altri parlano di «prudenza» e «problemi organizzativi». Ma c’è pure chi invoca una marcia indietro in extremis sul candidato inquisito, come Nicola Turco, in lizza per Palazzo Madama, che dà al Pdl del «partito giustizialista» e a Berlusconi del «burattinaio». Nel frattempo, Nitto Palma è in Corte d’Appello per presentare le liste. Ed è da lì che, alle venti, il "ricandidato" Luigi Cesaro pone fine allo psicodramma: «Cosentino ha rinunciato. È stata una esclusione dolorosa. Le firme le aveva in custodia Nitto Palma, che era irreperibile. Siamo stati in ansia». Poi esce lo stesso commissario regionale del Pdl: «Alle 16 ero a Caserta, dove Cosentino mi ha consegnato la documentazione. È stato il vertice del partito, stamani, a decidere di non candidarlo», racconta Nitto Palma. Passo indietro o esclusione? L’unica certezza è che Nick ’o ’mericano, il cui nome compariva ancora ieri sera in terza posizione nella lista al Senato, non si presenterà: manca la sua firma in accettazione della candidatura. Al suo posto, salirà la quarta in graduatoria, Alessandra Mussolini.