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I vertici. Su alimentare e migrazioni, impegno di Meloni: da Roma inizi una nuova fase

Vincenzo R. Spagnolo martedì 25 luglio 2023

«La sicurezza alimentare sarà una priorità anche nell’agenda del G7, durante la nostra Presidenza il prossimo anno». Guarda avanti, la premier Giorgia Meloni. E durante il vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari, in corso fino a domani nel palazzo della Fao a Roma, assume l’impegno di continuare a tenere in alto, nell’agenda dei Grandi della Terra, uno dei dossier più forieri di implicazioni a livello globale. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres la ascolta con attenzione. I due poi si incontrano a quattr’occhi, in un bilaterale in cui - riferisce Palazzo Chigi - si rinnovano «la solidità dei rapporti tra l’Italia e le Nazioni Unite e il forte impegno del governo nell’agenda multilaterale». Dopo la Conferenza internazionale di domenica su sviluppo e migrazioni, Meloni affronta un’altra tappa del tour de force politico-diplomatico, che culminerà nei prossimi giorni nella visita negli Usa, su invito del presidente Joe Biden. E, davanti alla platea degli alti dignitari della Fao e delle diplomazie straniere, auspica che proprio da Roma parta «una nuova fase nel cammino verso la sicurezza alimentare globale», un viaggio ispirato al «futuro, all’innovazione, alle nuove tecnologie», ma «con le radici ben piantate nella nostra storia e nella nostra identità».

Cooperazione «non predatoria»

Nel suo intervento, la premier spazia da un elogio dell’agricoltura di Marco Tullio Cicerone («Di tutte le arti dai cui si ricava qualche profitto, nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna più redditizia, più dolce, più degna di un uomo libero ») a una citazione bergogliana: « Il nostro obiettivo è assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace nella propria terra. Non sono parole mie, ma di Papa Francesco che ha chiesto alla comunità internazionale di impegnarsi per codificare questo diritto». Nella due giorni di vertici, il leit motiv meloniano è quello della creazione di «un modello di cooperazione non predatorio con i Paesi africani, per garantire loro la possibilità di vivere delle loro risorse». L’Africa non è un continente povero, ma sfruttato, argomenta la presidente del Consiglio, ricordando come il «50% delle sue terre sia coltivabile e in grado di alimentare la popolazione».

L’appello del governo alla Russia

In una fase in cui il prezzi delle commodities alimentari (grano in testa) sono condizionate dalle tensioni internazionali, la premier chiede alla Russia di Vladimir Putin un passo indietro: «La guerra ha avuto un impatto massiccio anche sulla distribuzione del grano in tutto il mondo - considera Meloni -. L’uscita della Russia dagli accordi per il Mar Nero ha peggiorato la crisi alimentare nel mondo». L’Italia continuerà «a sostenere tutti gli sforzi affinché questa iniziativa cruciale venga riavviata», aggiunge. Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si augura «che alla fine si possa trovare un accordo», perché esiste «il rischio che milioni di persone possano non ricevere il grano dall’Ucraina».

Il bilaterale con Guterres

Al segretario dell’Onu la premier illustra «la visione della politica estera italiana, l’impegno per l’Africa» e una collaborazione «paritaria e sostenibile con le Nazioni del Sud globale». Dal canto suo - riporta ancora una nota di Palazzo Chigi, Guterres «condivide l’impostazione italiana sull’immigrazione», assicurando «il supporto delle Nazioni Unite».Nel colloquio, Meloni ricorda come «quello che accade in Africa poi torna da noi» mentre Guterres si dice convinto della validità del piano del governo italiano, perché c’è bisogno «di un approccio europeo». Da quel che si capisce, il segretario dell’Onu pare nutrire un «forte interesse per la prossima presidenza italiana del G7» e assicura «un ampio sostegno al presidente Meloni». Le sue aspettative sul turno di guida destinato all’Italia sembrano alte, tanto che si dice convinto che si potrà discutere di questioni complesse (e finora tabù) come «la riforma del sistema finanziario internazionale », il ruolo della Banca Mondiale e del Fondo Mondiale Internazionale, «che hanno bisogno di essere rafforzati».

Via al «processo di Roma», ma in salita

Già domenica, la Capitale aveva vissuto un’altra giornata di intensi colloqui internazionali, per via della Conferenza su migrazioni e sviluppo, con cui il governo ha riunito e messo a confronto alla Farnesina «in un dialogo fra pari, basato sul rispetto» i vertici delle istituzioni europee e i rappresentanti (fra capi di Stato e di governo) di una ventina di Stati Ue, africani e mediorientali. Partendo dal modello dell’accordo Ue con la Tunisia, si è ragionato di un patto per una vera «collaborazione per contrastare la rete dei trafficanti» di esseri umani. Il primo passo del Piano Mattei, che verrà presentato in autunno, e l’inizio di un percorso definito dalla premier «Processo di Roma». Una tela politica che ha il sostegno della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma che vede per ora come attori silenti (e assenti domenica), governi di peso come quelli di Francia e Germania.