La denuncia. Liliana Segre: sorpresa da tanto odio contro di me
Da sinistra Segre, Enrico Mentana e il ministro Piantedosi
Ha parlato esplicitamente di «spaventosa ondata di odio e antisemitismo». A Milano, a margine dell’incontro “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” organizzato dall’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) al Memoriale della Shoah di Milano, la dura denuncia di Liliana Segre. «Ricevo minacce pazzesche – ha detto la senatrice a vita – ma ho visto di tutto. Come potrei avere paura a uscire di casa?». Durante l’evento milanese cui ha partecipato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, Segre si è detta sorpresa dell’odio «verso anche nei confronti di ebrei italiani che non c'entrano niente con le decisioni politiche di Israele e magari non le condividono».
Si tratta di affermazioni che trovano conferma nei numeri diffusi dall’Oscad secondo il quale dal 7 ottobre 2023 (data dell'attacco terroristico di Hamas) al 1° maggio scorso si sono contati almeno 345 episodi riconducibili all'antisemitismo, tra cui 41 “hate crimes”, ossia crimini d'odio motivati da un pregiudizio, 175 casi di “hate speech” (parole d’odio) e 112 casi di incitamento all'odio online. In questo lasso di tempo si sono svolte 1378 manifestazioni, di cui 1109 in solidarietà al popolo palestinese e solo 39 a sostegno dello Stato di Israele. Dal 7 ottobre – ha avvertito Piantedosi - abbiamo avuto il 1000% di aumento di segnalazioni di sentimenti d'odio: «Abbiamo alzato le barriere ma il sentimento di antisemitismo può alimentare forme di terrorismo».
Liliana Segre all'incontrro Oscad - Fotogramma
Ma al di là della sua situazione personale, Segre ha voluto rivolgersi anche agli odiatori. «Mi preoccupo per loro – ha spiegato l’anziana sopravvissuta ad Auschwitz -. Perché, più che gli odiati, sono loro che andrebbero protetti e curati da un'equipe medica. Dico sempre che ho vissuto invano. Per 30 anni sono andata nelle scuole a raccontare ciò che era successo. E ritrovarmi a 94 anni a sentirmi dire “stai attenta, stai a casa”... A me piace vivere, sono attiva, ho tante passioni, sono una mamma e una nonna. E dovrei stare a casa perché qualcuno vuole ammazzarmi? No grazie».
E comunque «siamo sempre stati odiati e perseguitati. Ma nonostante la Shoah e tutto quello che possiamo raccontare, il popolo di Israele continua a vivere nell'indifferenza generale. Siamo accusati di tutto quello che noi per primi non vorremmo vedere» - ha continuato Segre ricorda alcuni momenti della sua infanzia: «Sono molto vecchia ma non posso mai dimenticare l'indifferenza con cui la popolazione, salvo poco eletti, prese le leggi razziali. E non posso essere mai diversa da quella bambina che avrebbe dovuto fare la terza elementare ma che veniva espulsa da scuola. Poche bambine, come me, erano nella stessa situazione e fu difficilissimo accettare di essere mandata via».