Attualità

IL PIANO DEL PREMIER. Liberalizzazioni, si accelera Decreto legge entro il 20

Marco Iasevoli martedì 10 gennaio 2012
​Il pacchetto sulle liberalizzazione è pronto. «Intendiamo vararlo prima del 20, e riguarda tutti i settori», annuncia a Porta a porta Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e, ciò che più conta, ex vertice dell’Autorità per la concorrenza.Il suo annuncio non fornisce solo un’indicazione temporale. Ma anche di metodo. Saranno toccati, tutti insieme, «energia, assicurazioni, trasporti, farmacie, notai, acqua». E sull’ultimo settore si ferma: «Il referendum ha sconfitto le liberalizzazioni, ma pensiamo a delle modifiche che non vadano contro il volere dei cittadini». Impresa non semplice cui sta lavorando il ministro Corrado Passera. In sostanza non si reintrodurrebbe l’obbligo di cessione del servizio ai privati vigente durante il governo Berlusconi, piuttosto si lavorerebbe sulle direttive europee relative ai servizi pubblici - l’obbligo di gara, i freni alla gestione "in house" -. Anche se l’eredità più spinosa del referendum è l’annullamento di quella voce della bolletta relativa alla "remunerazione del capitale investito". Insomma il superministro dello Sviluppo dovrà inventarsi qualcosa perché i privati possano comunque mettere soldi nelle infrastrutture idriche, senza che ciò diventi una voce a carico dell’utente.Non è l’unico annuncio sul quale Catricalà vola sopra i prevedibili effetti polemici. Il sottosegretario comunica un aumento (a quanto si apprende moderato) del rapporto farmacie/popolazioni, oggi fermo ad un esercizio ogni 5mila abitanti nei comuni con più di 12500 cittadini (ci dovrebbe essere il via libera anche a nuovi gestori nei centri commerciali). Allo stesso modo, per i notai «serve un ampliamento della pianta organica». Quanto ai benzinai, l’ex vertice dell’Authority non dice se ci sarà l’attesa norma che scioglie i vincoli tra compagnie ed esercizi, ma consegna ai gestori la possibilità di vendere altri articoli. Una battuta interlocutoria sulle Ferrovie («Ci sono storture che avvantaggiano l’incumbent, non dico come ma ci saranno norme che aiuteranno la facilità di accesso alla rete»), anche questa foriera di code velenose sull’immediato arrivo nel mercato dell’alta velocità di Italo, il "treno di Montezemolo".Nella lista letta in tv mancano i taxi, già in fermento in diverse piazze italiane, per i quali resta, allo stato, l’ipotesi dell’Antitrust: vendere nuove licenze nelle grandi città compensando chi ne ha una con una seconda data gratis. Mentre sul comparto energetico Catricalà considera «non prioritario» lo scorporo della rete gas, dunque di Snam da Eni.Poche pillole, che hanno soprattutto l’obiettivo di dimostrare che il governo fa sul serio. «Monti ci sta mettendo la testa», dice il sottosegretario. Aggiungendo che il varo definitivo del decreto («una legge sarebbe troppo lunga») avverrà dopo «consultazioni con i partiti di maggioranza». È un’ulteriore conferma del nuovo giro di tavolo che il premier avrà appena tornato da Berlino con Alfano, Bersani e Casini. L’occasione potrebbe essere già il dibattito alla Camera di giovedì. E ormai, dopo le prime aperture del segretario Pd, si cerca un chiaro «si» del Pdl per passare dai "bilaterali" ai summit "alla luce del sole".Con i leader dei partiti Monti e Catricalà vogliono giocare una carta: il dl riguarda, appunto, «tutti i settori». E scontenta tutti. Il Pd che dovrà gestire i malumori dei comitati per l’acqua pubblica e della sinistra radicale. Il Pdl che deve incassare misure amare su farmacisti e notai. In via dell’Umiltà, dove le resistenze sono state sempre più aspre, sembra crescere la consapevolezza che il treno non può più essere fermato. Oggi Alfano coordinerà due gruppi di lavoro su liberalizzazioni e mercato del lavoro (giungeranno a conclusione anche quello sulla riforma elettorale e la politica europea), e probabilmente si limerà il "metodo Imu". Ovvero: il Pdl si concentrerà, nel passaggio in Aula del decreto, su pochi emendamenti «ad alta visibilità». In serata, poi, ci sarà un vertice a Palazzo Grazioli con Berlusconi. Ma a prendere il sopravvento sarà il tema del rapporto con la Lega e la strategia in vista della sentenza della Consulta sul referendum elettorale.