Attualità

INCHIESTA. L’ex vittima: non restate in silenzio Correte a denunciare i vostri aguzzini

mercoledì 22 luglio 2009
«Vite strozzate». Dai creditori. Era il titolo di un film italiano girato una decina d’anni fa da Ricky Tognazzi sul fenomeno dell’usu­ra: titolo quanto mai azzeccato, perché chi cade nella rete degli usurai si sente soffocare. Un imprevisto, i soldi che ven­gono a mancare, le spese da sostenere. Una vita che rischia di trasformarsi in un inferno. Esattamente quello che è capi­tato a Lucia C., 60 anni, da 5 finalmen­te 'libera' dai creditori. «Tutto perché mio figlio, che lavorava come autotra­sportatore, una quindicina d’anni fa si ruppe il ginocchio in un incidente e non riuscì a guidare per parecchio tempo. Lui era sotto di 15 milioni di lire: come se non bastasse, aveva acquistato una macchina per altri 20 milioni. Da lì è i­niziato tutto: i debiti sono aumentati, i creditori sono pure venuti da me, mi­nacciandomi sulla porta di casa il gior­no dopo Natale, intimandomi di ven­dere tutto, a lasciare l’abitazione». E i debiti sono cresciuti: con il passaggio dalla lira all’euro, arrivano alla cifra spropositata di 80mila euro. La donna ha pensato di farla finita, finché un gior­no in televisione non ha visto una tra­smissione sull’importanza di denun­ciare gli strozzini. «Li contattai subito ­continua Lucia - . Mi hanno ascoltato, mi hanno aiutato economicamente, in­sieme ad una mia amica. Alla fine, so­no riuscita a restituire 20mila euro». Og­gi Lucia ha ancora 9.000 euro da resti­tuire alla sua amica: ma almeno l’incu­bo è finito. A Milano collabora con l’as­sociazione e assiste le persone indebi­tate: «pensionati, commercianti, si in­debitano per niente e dopo non si libe­rano più dei loro aguzzini. Ma io dico sempre a tutti: non restate in silenzio e correte a denunciarli». (A. D’A.) L’inferno vissuto da Lucia, per 10 anni nella rete degli strozzini: «Ho pensato di farla finita. Erano giunti a minacciarmi in casa, chiedendomi 80mila euro»