Attualità

CAMPANIA VIOLATA/21. I parroci: basta roghi tossici «Male da denunciare»

Antonio Maria Mira mercoledì 1 agosto 2012
Una lettera e una telefonata. La speranza e il riscatto della "terra dei fuochi" prende la forma di due messaggi. La lettera è quella dei tredici parroci della forania di Caivano, indirizzati ai fedeli di queste terre avvelenate dai roghi dei rifiuti. Documento comune di accusa e impegno che ieri ha avuto il pieno sostegno del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, vicepresidente Cei per il Sud. Una lettera che invita i cittadini «a denunciare il male e chi lo compie».La telefonata è quella che ieri mattina è giunta da parte della segreteria del ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri a don Maurizio Patriciello, il parroco di San Paolo Apostolo che per primo, dalle pagine di Avvenire, ha lanciato l’allarme. Per chiedere informazioni e assicurare il pieno sostegno delle istituzioni, annunciando un potenziamento dei controlli e del contrasto. La lettera (pubblichiamo l’intero testo) è intitolata, citando San Paolo Apostolo, «La creazione nutre la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione», ed è una dura accusa contro gli incendiari. «L’aria - si legge - ce l’ha donata Dio. Nessuno ne è il padrone. L’aria ci è indispensabile più del pane. Nessuno ha il diritto di insozzarla. Di avvelenarla. A nessuno è concesso di deturpare la nostra terra e rattristare i cuori». Ma è anche un messaggio di rassicurazione dei pastori alla comunità. «Vi siamo accanto in questi difficili momenti. Stiamo soffrendo con voi e per voi. Insieme a voi gridiamo al mondo il dolore ma anche la speranza che questa somma ingiustizia finisca presto». Ma è, infine, anche un invito alla responsabilità e all’impegno. Di tutti. «Ognuno - è il forte invito dei tredici parroci - faccia la sua parte. Impariamo a denunciare il male e chi lo compie. Siamo di esempio nel comportarci bene». Parole forti e di speranza. «Siamo indignati per quanto accade sotto gli occhi di tutti. Non bisogna, però, cedere allo scoraggiamento». Così, malgrado i fumi neri che in questi giorni offuscano il cielo, «un giorno non lontano torneremo a passeggiare nelle nostre campagne, lodando e benedicendo Dio. Insieme veglieremo perché il creato non venga più sfregiato».Parroci e Chiesa tutta compatti nel sostenere l’impegno e la mobilitazione lanciati dalla comunità di San Paolo e dal suo parroco. Un sostegno che ieri è arrivato a don Maurizio anche dal Viminale. A conferma dell’attenzione del governo al fenomeno drammatico dei roghi, con le precedenti iniziative dei ministri dell’Ambiente, Clini, e della Salute, Balduzzi. A telefonare è stata la segreteria del ministro Cancellieri, per esprimere sostegno alle iniziative della comunità parrocchiale, solidarietà per il recente incendio appiccato a pochi passi dalla chiesa, e prendere precisi impegni. Non un messaggio di circostanza, vista anche la durata di quasi un’ora. «Volevano sapere tutto, spiegandomi che il ministro si sta informando – riferisce don Maurizio –. Io ho subito sottolineato la discrepanza tra impegno mediatico, in particolare di Avvenire, che loro conoscevano bene, e i risultati».La risposta è stata che «tutti gli organismi sarebbero stati attivati, potenziando controllo e contrasto agli incendiari». Ma vi è stata anche la sottolineatura che «i primi a muoversi devono essere le amministrazioni comunali». Poi, ricorda ancora il parroco, «mi ha chiesto: "Padre cosa possiamo fare ancora?"». Dal sacerdote sono così arrivate alcune precise richieste: «Un intervento a cerchi concentrici. Prima di tutto spegnere gli incendi anche per evitare l’esasperazione della gente che non si sa dove possa portare. Gli ho chiesto anche una particolare attenzione ai vigili del fuoco che ogni giorno respirano quei veleni con conseguenze già evidenti: proteggiamo questi nostri ragazzi». La seconda richiesta «è stata ovviamente di evitare che si appicchino nuovi roghi, con controlli maggiori e capillari». La terza «che finalmente si programmino le bonifiche delle tante discariche di rifiuti che avvelenano la nostra terra». Il collaboratore del ministro ha ascoltato e, conclude don Maurizio, «mi ha assicurato che avrebbe riferito tutto e richiamato per fornire delle prime risposte. Ora noi attendiamo con fiducia, ma siamo già molto soddisfatti per l’attenzione che finalmente vediamo per la nostra terra».