Covid. Le Regioni scrivono a Draghi: ecco tutte le cose da cambiare nel Decreto legge
Le Regioni chiedono al governo di ridurre il coprifuoco e riaprire i ristoranti la sera
Coprifuoco e scuola, ma non solo. Sono diversi i punti di dissenso tra le Regioni e il governo Draghi sulla gestione dell'emergenza Covid e sulle conseguenti misure previste dal prossimo Decreto legge. Oggi, per discuterne, è stato organizzato un vertice tra i governatori.
Al termine dell'incontro la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha deciso di inviare una lettera al presidente del Consiglio per sottoporre alla sua attenzione le proposte prioritarie rispetto alle misure in via di adozione con il Decreto legge in arrivo, dando la disponibilità per un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento.
"Le Regioni e le Province autonome - si legge nella lettera - prendono atto con amarezza delle decisioni emerse in Consiglio dei ministri in relazione al tema della percentuale minima per la didattica in presenza" per le scuole superiori, "in contrasto con le posizioni concordate in sede di incontro politico, alla presenza
di cinque ministri, dei Presidenti di Regioni e Province autonome, Anci e Upi, nonché con le istruttorie condotte nell'ambito dei tavoli prefettizi. Un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di Governo".
La prima richiesta è di posticipare il coprifuoco dalle 22 alle 23. "In ragione dell'approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall'ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e
culturali - si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell'interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23".
A questo proposito le Regioni affermano che però "si rende necessario che le norme previste dal prossimo provvedimento vengano accompagnate da serie misure di controllo del territorio per il rispetto delle prescrizioni di legge, al fine di evitare assembramenti e conseguentemente aumento di contagi".
Inoltre le Regioni chiedono di consentire gli allenamenti individuali nelle palestre già da lunedì 26 aprile. I governatori chiedono di consentire "in una logica di gradualità, lo svolgimento delle attività individuali con la presenza di un istruttore già a partire dal 26 aprile, nel rispetto delle linee guida approvate dalla Conferenza e delle seguenti ulteriori prescrizioni di sicurezza: impossibilità di praticare attività di gruppo (corsi e allenamenti); possibilità di svolgere esclusivamente lezioni o allenamenti individuali; accesso solo con prenotazione obbligatoria; in palestra, utilizzo della mascherina a protezione delle vie aeree da parte dell'allenatore/istruttore e dell'utente (tranne che durante l'attività fisica). Una riapertura coerente anche con le altre misure in ragione del fatto che nel decreto si prevede la possibilità di esercitare tutti gli sport da contatto all'aperto".
In quanto ai ristoranti le Regioni ritengono "necessario consentire, nel rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, l'effettuazione dei servizi di ristorazione sia al chiuso che all'esterno, senza differenze di trattamento con riguardo agli orari di somministrazione (pranzo, cena)". "Una tale previsione - scrivono le Regioni in merito alla misura prevista dal dl sui ristoranti aperti con posti a sedere solo a cena - rischia di discriminare gli esercizi che dispongono degli spazi esterni rispetto a coloro che non ne dispongono".
Vengono anche ricordati gli ambiti del wedding (le attività legate al matrimonio) e le piscine al chiuso, per i quali si chiede di programmare le riaperture. Sono due delle richieste contenute nella lettera che le Regioni hanno inviato al premier Mario Draghi. "Si richiede - si legge - di inserire un'apposita previsione per la riapertura delle piscine al chiuso. Parimenti si richiede di prevedere la riapertura del settore del wedding".
Si chiede anche di uniformare le date di riapertura degli spettacoli e dello sport e anticipare l'apertura di parchi a tema e mercati. "Si evidenzia la necessità di uniformare le date di riapertura degli spettacoli all'aperto e degli eventi sportivi all'aperto - si legge -, al fine di evitare incomprensibili discriminazioni. Con riferimento invece ai parchi tematici si chiede di valutare l'anticipazione dell'apertura, parimenti alle attività dei mercati".
Nella lettera, infine, si "sottolinea la necessità della previsione di un'apposita norma" nel prossimo decreto "che consenta di modulare le aperture delle attività in relazione all'andamento della situazione epidemiologica".