De Palo, lettera aperta a Meloni. «Un nuovo Pnrr, serve un piano per le nascite»
La premier Giorgia Meloni con il Presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo, ai recenti Stati Generali della Natalità
Gentile Presidente,
Le scrivo a poco meno di un mese dagli Stati Generali della Natalità. Il pretesto mi viene fornito dall’ISTAT che, pochi giorni fa, ha comunicato che tra gennaio e marzo 2023 sono state registrate 90.986 nascite, ovvero 672 in meno rispetto all’anno precedente. Un dato chiaro che ci fa ipotizzare che il 2023 sarà peggio del 2022 e che il record negativo del nostro Paese sarà battuto ancora una volta.
Gentile Presidente, scusi l’insistenza, ma i numeri sono impietosi e i nostri figli chiedono futuro.
Noi proponiamo 3 punti.
1) Darsi un obiettivo. E’ necessario dotarsi di un piano con un target chiaro, concreto, condiviso e verificabile di anno in anno. I demografi concordano su 500mila nuovi nati ogni anno entro il 2033, altrimenti crollerà veramente il nostro sistema Paese. Purtroppo è una corsa contro il tempo e siamo già in ritardo. Dopo gli Stati Generali della Natalità possiamo ben dire che su questo tema tutti i partiti sono pronti a dare il loro contributo, così come le banche, le grandi aziende, le associazioni, i sindacati, il mondo dei media e dello spettacolo. Insomma tutti, nessuno escluso. Ma è necessario che il governo abbia le idee chiare su cosa fare, su quale possano essere le prossime tappe.
2) Assegno unico e riforma fiscale. L'assegno unico è stato determinante per contrastare la povertà delle famiglie italiane, ma deve diventare l’occasione per far ripartire le nascite. Nella prossima legge di bilancio da una parte si deve rendere l’assegno unico più sostanzioso sul modello tedesco, dall’altra non si può più attendere una riforma fiscale che tenga conto della composizione familiare. Non si tratta di regalie, ma di giustizia per le famiglie italiane.
3) Rivedere il PNRR sul tema natalità. Leggiamo sui giornali che, giustamente, si sta provvedendo a fare una revisione dei progetti finanziati dal PNRR. Bene: occorre drenare tutte le risorse possibile indirizzarle verso un serio piano che favorisca la natalità. Su questo versante è veramente preoccupante l’ambiguità europea, dando la possibilità che i fondi del PNRR e della Coesione Sociale vengano usati per aumentare la capacità produttiva di materiale bellico e di munizioni. Investiamo sui bambini, sul futuro e non sulle armi. Abbiamo bisogno di un PNRR italiano per far ripartire le nascite che sia un modello anche per il resto d’Europa.
Queste sono le fondamenta necessarie su cui costruire la casa, su cui inserire il resto: contratti a tempo indeterminato per i giovani lavoratori, facilitazioni per accedere al mutuo per le giovani coppie, asili nido, congedi parentali, un piano di comunicazione sulla bellezza del mettere al mondo un figlio, una campagna seria sulla fertilità che troppo spesso dimentichiamo. Solitamente in questi casi si dice: ma dove troviamo i soldi? Se la natalità, come tutti stiamo dicendo da ormai un paio di anni, è la nuova questione sociale italiana concentriamo tutte le risorse che ogni anno vengono spezzettate nella Legge di Bilancio per fronteggiare questa emergenza. Per troppo tempo si è agito con micro interventi per varie categorie reddito di cittadinanza per i disoccupati, cuneo fiscale per i lavoratori e i sindacati, quota 100 per i pensionati… Il comune denominatore di tutte queste categorie sono le famiglie con figli. Non parcellizziamo queste risorse, mettiamole tutte insieme e proviamo a costruire l’Italia di domani.
Gentile Presidente, osi, abbia coraggio. Su questo tema tutta l’Italia è con lei. E tutti faremo la nostra parte.