Ucraina. Da Mariupol lettera-appello al Papa: siamo i martiri di oggi
Mariupol, città distrutta
Il Papa «ultimo baluardo della speranza». È il senso del messaggio, del grido d’aiuto che arriva da «madri, mogli e figli dei difensori di Mariupol» città ucraina da settimane sotto assedio e autrice di una disperata difesa dall’avanzata dell’esercito di Putin. La missiva, come recita Vatican News, è stata recapitata al cardinale Michael Czerny, prefetto a interim del Dicastero per lo sviluppo umano integrale che ai media vaticani ha sottolineato come il testo «indirizzato al Santo Padre dia evidenza di ciò che lui ha detto fin dall’inizio», soprattutto durante il messaggio Urbi et Orbi di Pasqua, «quando ha parlato chiaramente della irrazionalità totale della guerra». A far pervenire il messaggio è stato il giornalista Saken Aymurzaev, della televisione statale ucraina UaTv-channel.
La lettera, lunga due pagine, parla di una città «ridotta in cenere», sotto attacco «24 ore su 24», epicentro di «una catastrofe umanitaria senza precedenti nell’Europa del 21° secolo» che certamente «solleverà ancora una volta la questione dell’inammissibilità dell’assedio delle città», con il suo corredo di «attacchi indiscriminati». «Santo Padre – recita in particolare l’appello – è ancora possibile aiutare i sofferenti», nonostante il numero di chi non ce la fa «aumenta ogni giorno». Al Pontefice le donne e i figli di chi ancora resiste a Mariupol fanno sapere della presenza di centinaia di feriti tra civili e militari, privi di qualsiasi cura per l’esaurimento di medicinali e disinfettanti, e che dunque «devono essere evacuati dal campo di battaglia».
Questa petizione – ha commentato Czerny parlando ai media vaticani – «è indirizzata anche a tutti coloro che hanno la possibilità di aiutare con i corridoi umanitari, con un cessate il fuoco, che è esattamente ciò di cui la situazione necessita in questo momento». «Le donne, i bambini e i feriti» di Mariupol «sono i martiri di oggi, sottolinea la lettera inviata al Papa cui si chiede «l’aiuto per la loro evacuazione». Sarebbe «un atto veramente paterno, l’aiuto di un buon pastore e un vero atto di misericordia».
Come noto il cardinale Czerny è insieme al cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, è uno dei due inviati del Pontefice in Ucraina per testimoniare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa alla popolazione ucraina, vittima dell’assalto russo.