Angelino Alfano, segretario politico del Pdl e vice presidente del Consiglio dimissionario, rompe gli indugi e prende pubblicamente una posizione contraria al suo leader Silvio Berlusconi che potrebbe consentire a Enrico Letta di rimanere a palazzo Chigi. "Rimango fermamente convinto che tutto il partito debba votare la fiducia a Letta. Non ci sono gruppi e gruppetti", ha detto il numero due del Pdl in vista del voto di fiducia di domani al Senato.Berlusconi, condannato definitivamente per frode fiscale, combatte da mesi per non essere espulso dal Senato per effetto di un voto parlamentare e ha detto anche ieri sera di voler andare a nuove elezioni politiche al più presto.La portavoce di Alfano ha preferito non commentare il significato delle parole del ministro. Un esponente di spicco del partito è convinto, però, che esse indichino la volontà di procedere a sostegno del governo Letta anche senza l'appoggio di Berlusconi. "Alfano sembra deciso a votare la fiducia anche senza il via libera di Berlusconi", ha detto la fonte del Pdl chiedendo di non essere citata. "Il riferimento al fatto che non ci sono gruppi e gruppetti significa che Alfano punta a svuotare il partito", rendendo minoranza quindi non chi vota la fiducia ma chi non la vota, aggiunge. La notizia che almeno 20 senatori sarebbero pronti a lasciare il Pdl nel caso in cui Berlusconi continui sulla linea dura ha portato ieri un generale sollievo sui mercati azionari e monetari. Venerdì la giunta per le Elezioni e le immunità del Senato dovrebbe pronunciarsi a favore della espulsione di Berlusconi da palazzo Madama per effetto della legge Severino, una norma approvata un anno fa che prevede la decadenza dei condannati. La decisione finale spetta all'aula e non arriverà prima di metà ottobre.Berlusconi è destinato comunque a essere interdetto dai pubblici uffici tra qualche mese per effetto di una sentenza attesa della Corte di Appello di Milano. Ma il Cavaliere teme che un anticipo dei tempi lo possa esporre a ordini di arresto di procure che stanno indagando su di lui e si è appellato alla Corte di giustizia europea per i diritti umani. Finora ogni tentativo di Berlusconi e del Pdl di ottenere rassicurazioni dal governo e dal Quirinale non ha dato frutti.
Cuperlo (Pd): Letta rilancerà azione del governo"Letta domani farà un discorso forte per rilanciare l'azione dell'esecutivo per affrontare le emergenze e andare avanti in un orizzonte temporale che non sia quello di pochi mesi". Lo dice
Gianni Cuperlo (Pd) lasciando Palazzo Chigi dove ha incontrato il premier Enrico Letta. "Penso che Letta, inoltre, farà un discorso molto chiaro sul punto della netta distinzione tra le vicende personali di Berlusconi e la responsabilità, in capo al governo, di affrontare le emergenze del Paese". Cuperlo riferisce inoltre che nel discorso di Letta dovrebbe essere contenuto anche un passaggio sulla riforma elettorale.
Letta prepara il suo intervento alle CamereIntanto il presidente del Consiglio
Enrico Letta respinge le dimissioni dei ministri del Pdl e si prepara a intervenire domani in Parlamento - in mattinata al Senato, dove il centrosinistra ha meno seggi, nel pomeriggio alla Camera - ma deciderà solo alla fine del dibattito se chiedere un voto di fiducia o salire al Colle per valutare il da farsi col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che peraltro questa mattina lo ha ricevuto al Quirinale con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Franceschini. Il premier, spiegano ancora le fonti, si aspetta dunque che domani, in Parlamento, si formalizzi la rottura esplicita tra "falchi" e "colombe" del centrodestra, con la creazione di un gruppo autonomo che potrebbe essere guidato dallo stesso Angelino Alfano."Se però gli interventi dei vari (
Gaetano) Quagliariello o
(Maurizio) Sacconi e degli altri dovessero essere flosci, allora Letta, alla fine del dibattito eviterebbe il voto di fiducia e salirebbe direttamente al Quirinale", per illustrare la situazione al capo dello Stato, dice una fonte del governo.Franceschini, i capigruppo del Pd al Senato e alla Camera e lo stesso Letta sono in contatto costante con i dissidenti del Pdl, dice ancora la fonte.Ma nel caso i tempi non fossero ancora maturi per uno
showdown nel partito di Berlusconi - che ieri ha parlato all'assemblea dei suoi deputati ma non ha voluto aprire il dibattito - evitare il voto di fiducia domani consentirebbe ai dissidenti di guadagnare margini e a Letta di poter tentare di dare vita a un governo bis.Letta, in questo frangente, godrebbe anche del sostegno del sindaco di Firenze e candidato segretario del Pd Matteo Renzi, che sarebbe d'accordo a sostenere il governo fino al 2015, dice la fonte governativa.Ma una fonte vicina allo stesso Renzi - il quale ieri su Facebook ha scritto che parlerà soltanto dopo l'intervento di Letta - non ha voluto commentare, dicendo solo che "non siamo preoccupati proprio di niente".Neanche dell'eventualità che una parte del Pd voglia andare al voto il più presto possibile - rimandando il prossimo congresso del partito - per sostenere Letta alle primarie per il candidato premier del centrosinistra, contro lo stesso Renzi, forti di sondaggi che oggi danno i due vicini nel gradimento da parte degli elettori Pd. La segreteria del Pd, in ogni caso, ha deciso "unitariamente di sostenere Enrico Letta in questa operazione verità che farà domani": lo ha detto
Enzo Amendola, al termine della segreteria del Partito democratico.
Giovanardi: pronti a creare un gruppo moderato, siamo più di 40"Se creano una nuova Forza Italia ci saranno due formazioni nel centro-destra; una legata al Ppe e l'altra legata al ricordo di quella che fu Forza Italia". Lo ha detto
Carlo Giovanardi ai microfoni di
SkyTg24. "Noi - ha puntualizzato, riferendosi al gruppo disponibile a votare la fiducia al Governo - rimaniamo nel Pdl, sono gli altri che eventualmente se ne vanno. Noi vogliamo rimanere nel Ppe, vogliamo restare in una forza moderata"."Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri al massimo è degli altri". Così Carlo Giovanardi, parlando ai cronisti fuori da palazzo Chigi, in merito al voto sul governo Letta.
Schulz (Ue): ripercussioni europee da una crisi"Guardiamo con preoccupazione all'Italia e speriamo che mercoledì prossimo i membri del Parlamentodecidano di rendere stabile l'Italia e, attraverso l'Italia, l'Europa intera". Lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, a margine della sua visita in Estonia sulla situazione politica in Italia.
"L'Italia - ha continuato - è uno dei quattro membri dell'Unione Europea che appartiene anche al G8 ed è la terza economia europea. La stabilità dell'Italia, o la sua destabilizzazione, hanno un impatto diretto sull'Unione Europea e in particolare sulla zona euro".Parole che non sono piaciute a molti esponenti del Pdl, da Schifani a Brunetta, che ha parlato di "intromisioni". "Schulz non perde occasione per screditare il ruolo di presidente del Parlamento Europeo interferendo pesantemente nella vita politica italiana per di più cercando di alimentare zizzania nel Popolo della Libertà", ha scritto in una nota Renato Brunetta. "Letta ha già avuto - aggiunge il capogruppo del Pdl a Montecitorio - la benedizione tedesca della Merkel, mancava solo la beatificazione teutonica e socialista per consacrarlo berlinese di complemento".Di diverso avviso Fabrizio Cicchitto, deputato Pdl ed ex capogruppo alla Camera: "Dopo quello che è accaduto ieri, dopo che il mondo economico, il Ppe, le associazioni dei commercianti e i sindacati ci chiedono di rimanere al governo, mi auguro che correggiamo l'errore politico fatto ritirando i ministri e che andiamo avanti in modo che ci sia un governo. Mi auguro che lo faccia tutto il Pdl e il presidente Berlusconi"."Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri al massimo è degli altri". Così Carlo Giovanardi, parlando ai cronisti fuori da palazzo Chigi, in merito al voto sul governo Letta.Marina Berlusconi pronta a scendere in campoDopo mesi di indiscrezioni puntualmente smentite, Marina Berlusconi sarebbe ora pronta a scendere in campo per guidare la rinata Forza Italia. Fonti del Pdl, che chiedono il più stretto anonimato, riferiscono che la primogenita del Cavaliere avrebbe manifestato in queste ore tutta la sua rabbia e indignazione nei confronti di quella parte del Pdl pronta a girare le spalle all'ex premier e votare la fiducia al governo Letta. Le stesse fonti riferiscono che l'epiteto utilizzato da Marina Berlusconi per definire i pidiellini pronti alla scissione è di 'traditori'. Nessuna decisione definitiva sarebbe stata presa al momento, ma la tentazione della presidente Mondadori sarebbe molto forte. Un'ipotesi, secondo le stesse fonti, sulla quale Marina starebbe ragionando, ma non ne avrebbe ancora discusso in termini definitivi nemmeno con il padre.Napolitano: chiarimento per governo non precarioNell'incontro di questa mattina al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Enrico Letta hanno condiviso la necessità che il governo individui un percorso "non precario" per affrontare gli obbiettivi economici più ravvicinati insieme con quelli del prossimo anno. È quanto si apprende da una nota dell'ufficio stampa della presidenza della Repubblica. "Nell'incontro di questa mattina si è configurato con il presidente del Consiglio il percorso più limpido e lineare sulla base di dichiarazioni politico-programmatiche che consentano una chiarificazione piena delle rispettive posizioni politiche e possano avere per sbocco un impegno non precario di sviluppo dell'azione di governo dalle prime scadenze più vicine agli obiettivi da perseguire nel 2014", dice la nota. Domani mattina alle 9,30 Letta si presenterà al Senato (con replica domani pomeriggio alle 16 alla Camera) per un "chiarimento" sull'azione di governo dopo l'annuncio delle dimissioni dei cinque ministri del Pdl di sabato scorso.