Quirinale. Letta: no a Berlusconi, serve presidente di tutti e patto di legislatura
Il segretario del Pd Enrico Letta
«Non c'è nessun diritto di precedenza o di prelazione per il centrodestra. In Parlamento c'è un'unione di minoranze. Mettere ora nomi sul tavolo significa solo bruciarli. Per noi serve una figura istituzionale, di garanzia, super partes in cui tutti possono ritrovarsi. Un capo dello Stato che, nel 2023, darà l'incarico di formare il governo a chiunque abbia vinto le elezioni, ristabilendo una situazione di normalità». Enrico Letta detta la linea del Pd a ormai nove giorni dalla convocazione dei Grandi elettori per l'elezione del capo dello Stato.
Nella sala "David Sassoli" del Nazareno, il segretario del Pd è collegato on line con i membri della Direzione, i gruppi parlamentari e i primi delegati regionali eletti dai rispettivi Consigli. Sulla riunione on line si staglia l'ombra di Silvio Berlusconi, indicato ieri come candidato del centrodestra e che a giorni dovrebbe "sciogliere le riserve", ovvero comunicare ai suoi alleati se ci sono o meno le condizioni per andare avanti. Letta avverte Salvini e Meloni sui rischi che corrono portando avanti la candidatura di Berlusconi: «Ieri c'è stato un momento importante di cui parla tutta la stampa italiana e non solo. Il fatto che nel 2022 il centrodestra candidi Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica rende la notizia importante per tutto il mondo. Lo dico perché è bene avere chiaro che il passaggio di ieri non è un piccolo passaggio formale che rimane dentro la dinamica domestica, ma riguarda tutto il mondo». Poi ci torna su: «Nessuno è più divisivo di lui. Il centrodestra ieri ha commesso un errore».
Quindi Letta si rivolge agli alleati di maggioranza e anche di opposizione per «dare continuità» allo «straordinario 2021» dell'Italia. Un vero e proprio «patto di legislatura» che riguarda il nuovo capo dello Stato e il completamento della legislatura con alcune priorità: gli interventi contro il caro-bollette, il Pnrr, la lotta alla pandemia. Ovviamente questo significa un netto «no» all'ipotesi di elezioni anticipate.
Quanto agli scenari concreti che si apriranno dal 24 gennaio, Letta annuncia le scelte da compiere nei prossimi giorni: se affrontare le prime tre votazioni con un nome o con una scheda bianca, e poi come comportarsi nel caso in cui il centrodestra, alla quarta votazione, si presentasse davvero con Berlusconi. Decisione che però il segretario dem non vuole anticipare.
Infine un passaggio su Mario Draghi: «Bisogna proteggerlo. Ho l'impressione che la politica giochi troppo con una figura dotata di una credibilità e forza straordinaria».