Dopo qualche giorno di cautela, oggi anche il Partito democratico si schiera per le dimissioni di Guido Bertolaso. A dettare la linea il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Spero che lo capisca da solo, sennò bisognerà chiederle. Credo -dice Bersani- che si è creata una situazione che non consente un buon governo del sistema della Protezione civile in condizioni di serenità e di tranquillità". La posizione del Pd, che si allinea con quella di Antonio Di Pietro primo firmatario di una mozione per le dimissioni del capo della Protezione civile, fa scattare il centrodestra che fa quadrato attorno a Bertolaso. Si spendono, tra gli altri, i ministri Altero Matteoli, Roberto Calderoli, Maria Stella Gelmini e Sandro Bondi, il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui "contro Bertolaso è in atto un tentativo di linciaggio assolutamente indecente ed incivile da parte di tutta la sinistra, Bersanicompreso". Il centrodestra accusa Bersani e il Pd di inseguire le posizioni giustizialiste dell'Idv. Dice Calderoli: "La smettano di inseguire Di Pietro, perchè tra l'originale e la copia la gente sceglierà sempre l'originale, come già sta accadendo. La richiesta di dimissioni di Bertolaso da parte del segretario Bersani e del Partito Democratico purtroppo sono la dimostrazione che non sono un partito nè di opposizione nè di governo, ma soltanto un partito 'gelatinosò, che rischia di implodere dopo le elezioni Regionali". Il Pd, da parte sua, porta avanti parallelamente la battaglia per fermare il decreto che trasforma la Protezione civile in Spa e dalla sua ha anche l'Udc. I centristi mantengono una lina più morbida su Bertolaso, ma Pier Ferdinando Casiniè netto nel bocciare il provvedimento: "Così non va". Di fronte alla presa di posizone del Pd su Bertolaso, il centrodestra si schiera a difesa del capo dellaProtezione civile che, secondo il ministro Matteoli, ad esempio, "Bertolaso deve restare perchè ha dimostrato di essere professionalmente capace ed efficiente". Per Maria Stella Gelmini "Bertolaso non si tocca. Dunque, no alla richiesta di dimissioni avanzata da Bersani. Siamo di fronte all'ennesimo tentativo di diffamare uno dei simboli del buon governo di questa maggioranza, di screditare un esponente di un esecutivo che presenta fatti e non parole, che risolve le emergenze e che è vicino alla gente". Il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, osserva che con un Pd così è impossibile pensare di dialogare sulle riforme: "Ormai i fatti ci dicono che è impossibile coltivare la speranza di un cambiamento della sinistra italiana. Ci dobbiamo convincere che è tempo perso attendere da parte del Pd un segnale di resipiscenza". Per il vicecapogruppo alla Camera del Pdl, Italo Bocchino, "l'opposizione non deve fare sciacallaggio. Bertolaso ha dimostrato di essere uno straordinario capo della Protezione civile. Lasciamo lavorare la magistratura e, fin quando non ci saranno condanne, nessuno speculi su questa vicenda". Arturo Parisi, intanto, lancia un proposta: quella di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sulla bufera giudiziaria che sta travolgendo la Protezione civile. "Mentre attendiamo con rispetto per i magistrati e per gli indagati le conclusioni della azione giudiziaria, è urgente che il Parlamento faccia sentire la sua voce. Considerata la complessità e il rilievo dei problemi sollevati non riesco a pensare ad uno strumento più adeguato della istituzione di una Commissione parlamentare di indagine". L'Udc dunque si distingue sulla richiesta di dimissioni di Bertolaso. Dice Casini: "Oggi i garantisti e le persone serie non possono mettere la ghigliottina decapitando un servitore dello Stato prima di provare". Ma il leader dell'Udc avverte che "c'è una grande questione morale, dal Nord al Sud" e invita a non mettere "la testa sotto la sabbia". Maggiore sintonia con il Pd c'è invece sull'opposizione dal provvedimento che trasforma la Protezione civile in Spa. E propone alla maggioranza di trovare un soluzione condivisa: "Certamente questoddl sulla Protezione civile spa così com'è, non va. Noi vogliamo cambiarlo, non vogliamo che questa diventi l'ennesima guerra di religione. Propongo allora a maggioranza e opposizione: approfondiamolo insieme, magari rinviandolo in Commissione e troviamo una soluzione condivisa". La maggioranza per ora non sembra arretrare sebbene non manchino le 'colombè pronte a rivedere il provvedimento. Tuttavia, per ora, non ci sono segnali di arretramento ed anzi, di fronte a un'eventualefiducia del governo, c'è chi parla di 'voto compattò del centrodestra come Mario Landolfi: "Ci sono questioni che meriterebbero un approfondimento, perchè dobbiamo riuscire a coniugare rapidità, efficienza e trasparenza. Deciderà il governo quale prassi seguire, visto che si tratta di un decreto. Se ci sarà la fiducia, compatti voteremo la fiducia".