LO STRAPPO FINALE. Letta, mercoledì la fiducia: «Non si vota con il Porcellum»
Il premier Enrico Letta, al ritorno ieri sera dall'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha le idee chiare sulla strada da seguire. "Chiederò mercoledì la fiducia alla Camera e al Senato ma non per governare tre giorni ma per andare avanti con il programma. Non farò il Re Travicello", è la condizione del presidente del Consiglio che chiarisce che non ha intenzione di governare "a tutti i costi" e sa che, per evitare maggioranze 'scilipotiche', "tutto dipende dal Pdl" e dallo scontro apertosi dalla dissociazione dei ministri ai diktat di Silvio Berlusconi. Letta, nonostante la delicatezza della situazione, non ha rinunciato ieri sera a partecipare, in collegamento da Palazzo Chigi, a 'Che Tempo che fa'. E ospite di Fabio Fazio, il presidente del Consiglio decide di mettere in chiaro la posta in gioco perché lui resti al suo posto. Chiarendo, in linea con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che con il Porcellum "non si può e non si deve votare" perché il rischio molto concreto è ritrovarsi con un esito senza maggioranze nette. Ma, chiarisce il premier, la spada di Damocle della legge elettorale non vuol dire essere condannati ad un governo qualsiasi. "Se non c'è la fiducia, trarrò le conseguenze. Io voglio la fiducia per continuare come prima e andare avanti a realizzare riforme per il Paese", sostiene il capo del Governo che, per rispetto del Parlamento, inserisce solo la legge di stabilità tra i punti del discorso programmatico che farà alle Camere per chiedere la fiducia. E chiarisce che per riforma della giustizia non si può pensare che "voglia dire parlare di Berlusconi".Il premier, convinto della necessità della verifica "perché il Pdl aveva minato la democrazia" con la minaccia delle dimissioni di massa, non si sbilancia però sull'esito. Nè sullo sbocco del duro confronto dentro il Pdl. "Onestamente ho perso il filo da un po' di giorni delle delle posizioni del Pdl. Ma i ministri hanno posto delle valutazioni e c'è un dibattito", si limita a dire Letta, ammettendo, però, che "tutto", l'esito della verifica in Parlamento e i numeri per andare avanti, dipende dallo sbocco del confronto tra i berlusconiani. Ma, osserva, "a quel che dicono i sondaggi, la stragrande maggioranza degli elettori" del Pdl vuole "che continui l'esperienza del governo". In diretta Sandro Bondi lo accusa di "fomentare le divisioni del Pdl". E il premier fa, ancora una volta, professione di calma: "A Berlusconi auguro serenità perchè quello che manca in questo momento è la serenità".