Senato. Ddl Zan, scoppia la lite in commissione. M5s spinge ancora per l'aula subito
Il presidente della commissione giustizia del Senato, Ostellari (Lega)
È sempre più scontro al Senato sui tempi di discussione per il ddl Zan. Il presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari, della Lega, che è anche relatore del provvedimento, ha ammesso 170 audizioni per analizzare ogni possibili criticità della norma che intende perseguire l’omotransfobia. Saranno sentiti esponenti delle associazioni Lgbt, che spingono per l’approvazione senza modifiche della norma già votata dalla Camera, ma anche rappresentanti di associazioni che sono contrarie al provvedimento perché rischia di creare un reato di opinione, o che ne chiedono una consistente modifica a partire dalle previsioni sull’identità di genere e dalle iniziative nelle scuole.
Fra questi Massimo Gandolfini del comitato "Difendiamo i nostri figli", esponenti critici del mondo femminista come Marina Terragni, giuristi come il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli, il presidente del centro studi Livatino Mauro Ronco, il magistrato veneziano Carlo Nordio, opinionisti come Stefano Zecchi, personaggi della tv come Platinette, il sociologo Luca Ricolfi. E poi rappresentanti delle diverse confessioni religiose, dal segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo al presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, all’Ucoii in rappresentanza delle comunità islamiche.
Si calcola che serviranno almeno tre mesi per sentire tutti, e l’approdo in aula slitterebbe a dopo la pausa estiva. Il M5s spinge invece per bypassare la commissione e votare la calendarizzazione in aula, provando poi ad approvare il testo senza cambiamenti e quindi in via definitiva. Più cauto sulla procedura d’urgenza il Pd, schierato in difesa della proposta di cui il primo firmatario è il dem Alessandro Zan. Nel fronte favorevole al testo Iv frena e con Forza Italia si intesta un tentativo di mediazione che tenga in conto la proposta avanzata del centrodestra, per ridurre all’osso il provvedimento limitandolo all’aggravante da inserire per discriminazioni o violenze perpetrate per ragioni di orientamento sessuale.
La commissione «è tenuta in ostaggio dall’ostruzionismo del presidente Ostellari, della Lega e del centrodestra», attacca Franco Mirabelli, del Pd. Di «provocazione» e «oscurantismo» parla Francesco Laforgia di Leu, favorevole all’adozione della procedura d’urgenza.
«Quando si parla di libertà di espressione ed educazione dei giovani - replica il presidente Ostellari - , non si può improvvisare o sottrarsi al confronto. Il centrodestra, insieme a tante voci che si alzano anche da sinistra, chiede un dibattito aperto, responsabile e leale. Erano state presentate richieste per 255 audizioni. Ne sono state ammesse 170. Noi non conduciamo battaglie di bandiera. Nel rispetto delle regole, lavoriamo per dare agli italiani le leggi migliori». E il nodo potrebbe arrivare, ora, in Conferenza dei capigruppo.