Proposta di Buttiglione: facciamo come negli Usa DA ROMA ANGELO PICARIELLO I ntervenire, incisivamente e al più presto, sul meccanismo di voto degli italiani all’estero. Basta pacchi di schede in bianco funzionali all’intervento di intermediari senza scrupoli, e basta anche agli sprechi di risorse come quelli che sembrano emergere dal nuovo caso evidenziato da Avvenire nella circoscrizione australiana. Con ' viaggi premio' per gli elettori e con l’intervento poco trasparente dell’associazione degli immigrati. «Trovo ingeneroso – premette Fabio Granata vicepresidente della commissione Antimafia, fra i politici più vicini a Gianfranco Fini – che si getti la croce addosso a un galantuomo come Mirko Tremaglia, che sugli italiani all’estero ha condotto la battaglia di una vita. Così come non mi pare giusto prendersela con Marco Zacchera – altro esponente del Pdl proveniente da An, ndr – come responsabile della compilazione delle liste. È proprio il meccanismo del voto di delega che non funziona e va corretto – prosegue Granata – e mi auguro che si possa intervenire con un segnale chiaro e univoco, molto di più di quanto è avvenuto, voglio segnalarlo, nella legge che vieta e punisce il coinvolgimento nella campagna elettorale di sorvegliati speciali per mafia, che ha fatto registrare ben 37 defezioni all’interno del mio partito » . « E dire – interviene Marco Minniti , del Pd, ex ministro ombra dell’Interno e promotore della fondazione di analisi strategica internazionale Icsa – che si trattava appena di concordare su un fatto piccolo piccolo, perché è presumibile che la mafia usi mezzi ben più nascosti per farsi campagna elettorale che il coinvolgimento di sorvegliati speciali, con sentenza passata in giudicato: Eppure, vorrei ricordarlo, con le 135 assenze registratesi nei ranghi del Pdl ( oltre ai voti in dissenso) questo provvedimento non sarebbe passato » , denuncia Minniti. « Ma torniamo al punto. Qui, con il voto degli italiani all’estero per come funziona ora, siamo di fronte non alla mafia che si infiltra nel voto, ma alla mafia che vota direttamente, che prende le schede e le compila. È un sistema che fa acqua da tutte le parti. E allora, come siamo stati d’accordo tutti nell’introdurre il principio ora è nostro dovere concordare un sistema che consenta di salvarlo. Avevamo adottato questo – ricorda Minniti – perché Tremaglia, e non solo lui, temeva che un sistema più complicato avrebbe prodotto un basso numero di voti, rischiando di svuotare la previsione. Purtroppo, però, è accaduto proprio il contrario: ne abbiamo trovato uno troppo facile che ora, se non corretto, delegittima e rischia di portare alla soppressione del diritto » . Per l’appunto, un diritto. Dopo tutto quello per gli italiani all’estero, più che un diritto/ dovere, è un diritto e basta, per esercitare il quale un sacrificio può anche essere compiuto. « Anche dall’inchiesta di Avvenire emerge un altro spaccato di malcostume che va assolutamente corretto – insiste Granata – non può più esistere il metodo della delega, si può pensare al voto nei seggi, nei consolati, nelle ambasciate, ma di sicuro il voto deve essere espressione diretta dell’elettore » . « Tutt’al più – aggiunge Minniti – per rendere più effettivo questo diritto si può puntare a migliorare i meccanismi di informazione circa la situazione politica e sociale in Italia, e aumentare i giorni in cui esso può essere esercitato. Ad esempio, una settimana » . Anche Franco Narducci, deputato del Pd eletto all’estero nella circoscrizione Europa ( ed ex vicepresidente delle Acli) sostiene che sia necessario andare a « un sistema di voto che preveda la predisposizione di seggi veri e propri come avviene dentro i confini nazionali. Seggi – aggiunge Narducci – che siano controllati da un servizio di sicurezza, per rendere effettivo l’esercizio di questo diritto » . C’è però chi affaccia anche un’altra idea. Per il vicepresidente della Camera, e presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione «si può anche guardare al sistema americano, che prevede la possibilità di votare per corrispondenza, all’interno di un altro Stato degli Usa, o dagli altri Paesi » . Un sistema, quindi, che porterebbe ad abolire le circoscrizioni estere, ma consentirebbe anche agli italiani all’estero di contribuire – dall’estero – all’elezione di deputati e senatori del proprio collegio di origine. Per corrispondenza, ma non per delega. « Negli Stati Uniti funziona così e non ci sono mai stati problemi. Però – concorda Buttiglione – ritengo anch’io che ora bisogna intervenire con coraggio. Anche dalla vostra inchiesta emerge, ancora con più chiarezza, che questo sistema così com’è non tiene, e non è più credibile davanti ala pubblica opinione » . « Tanto più in questi tempi di crisi – conclude Granata – che cosa deve pensare la gente nel vedere ostentati questi sprechi e queste immoralità della politica? » . Operazioni di spoglio dei viti degli italiani all’estero