Clima. Legambiente sul ritiro dei ghiacciai: serve una governance europea
Una delle tappe della Carovana dei Ghiacciai 2023
I "giganti bianchi" sotto la lente d'ingrandimento di Legambiente. L'organizzazione ha lanciato il "Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse idriche", con l'obiettivo di valorizzare i ghiacciai in quanto risorse fondamentali per l'ecosistema. La loro riduzione, causata dai cambiamenti climatici, rappresenta infatti un grave rischio non soltanto per l'ambiente, ma anche per l'economia e la pubblica sicurezza. Il documento è stato presentato in occasione dell'ultima tappa della Carovana dei Ghiacciai 2023, quarta edizione di una campagna internazionale promossa da Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e in collaborazione con la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (Cipra).
I dati di Legambiente sui ghiacciai italiani
La Carovana dei Ghiacciai ha percorso in sei tappe un viaggio di 72 chilometri in alta quota, attraversando Italia, Svizzera e Austria. I monitoraggi effettuati durante la campagna hanno fotografato una situazione allarmante.
Il ghiacciaio del Mandrone, in Trentino Alto Adige, fa parte del complesso dell'Adamello, il "gigante bianco" più esteso del nostro Paese. Dal 2015 a oggi, la sua superficie si è ridotta di 50 ettari, pari a 70 campi da calcio. Stessa sorte per altri ghiacciai italiani, come quello del Belvedere, in Piemonte, sul versante orientale del Monte Rosa. Negli ultimi dieci anni, il suo spessore è diminuito di 60 metri, l'equivalente di un edificio alto 20 piani. In Lombardia, invece, il Dosdè Est si è ritirato di oltre 1 chilometro dal 1932, perdendo il 47% della sua superficie. Da questi dati emerge la necessità di un piano internazionale con azioni e obiettivi condivisi per frenare la riduzione dei ghiacciai e, allo stesso tempo, aiutare le popolazioni a convivere con le conseguenze già evidenti del cambiamento climatico.
Il Manifesto per una governance europea dei ghiacciai
«Dobbiamo essere consapevoli che quanto sta succedendo in alta quota coinvolge anche il territorio a valle» ha spiegato il direttore nazionale di Legambiente Giorgio Zampetti, «quindi per affrontare il fenomeno del ritiro dei ghiacciai alpini, non ci si deve limitare solo alle aree di montagna, ma richiede politiche a scala molto più ampia».
Il manifesto, già sottoscritto da importanti glaciologi ed esperti del clima, propone sette azioni per la governance dei "giganti bianchi": 1) Offrire spazi di confronto tra amministratori regionali e locali, gruppi di ricerca, associazioni e imprese per migliorare le conoscenze scientifiche e tecniche. 2) Unire le esperienze maturate in diversi contesti politici, geografici e climatici. 3) Costruire una rete condivisa di competenze multidisciplinari. 4) Orientare le scelte dell'Unione europea alla tutela dei ghiacciai. 5) Monitorare a livello europeo lo stato e i rischi degli ambienti glaciali, creando un sistema comune di regole a partire dalle esperienze locali e regionali. 6) Collaborare con università, centri di ricerca e scuole per sensibilizzare cittadini e istituzioni, al fine di sviluppare percorsi di formazione per nuove figure professionali. 7) Coordinare strumenti e politiche internazionali per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle Alpi, in particolare quelle sviluppate nella Convenzione delle Alpi.
Le Alpi come esempio internazionale
In occasione della Carovana dei Ghiacciai è stata presentata anche la "Carta di Budoia per l'adattamento locale ai cambiamenti climatici", una dichiarazione volontaria da parte dei comuni alpini. L'obiettivo è rendere le Alpi un territorio esemplare per la prevenzione e l'adattabilità al riscaldamento globale, attraverso l'attuazione di misure locali. Secondo Marco Giardino, vicepresidente del CGI e docente di geomorfologia all'Università di Torino, la campagna ha aperto un «dialogo indispensabile per elaborare soluzioni alla crisi climatica che siano fondate su dati scientifici, realmente incisive e condivise sul territorio».