Scontro sullo sciopero. Il garante: «Mancano i requisiti». Salvini attacca i sindacati
La battaglia di Matteo Salvini contro lo sciopero di Cgil e Uil del prossimo 17 novembre segna un punto a favore del ministro dei Trasporti, con il Garante che conferma la linea già espressa mercoledì scorso e ravvisa «una mancanza dei requisiti» necessari per considerare la mobilitazione «generale». Opinione opposta da parte dei sindacati, intenzionati ad andare avanti comunque e convinti che l’interpretazione dell’autorità metta in discussione il diritto costituzionale di sciopero.
Per la Commissione di garanzia, che oggi ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni interessate, lo sciopero non può essere considerato come generale perché esclude 16 settori ed è spalmato su 5 giorni. La protesta va quindi intesa come plurisettoriale e, poiché le deroghe alle disposizioni che regolano le proteste dei lavoratori (su tempi e numero di categorie coinvolte) si applicano solo in caso di mobilitazione generale, dovrà rispettare le normative relative. Restano quindi in piedi le critiche avanzate nel primo pronunciamento del garante, sia sulla durata illegittima della mobilitazione programmata da Cgil e Uil (24 ore contro le 4 possibili per il settore aereo e del tpl o le 8 di quello ferroviario) sia sulla concomitanza con altri scioperi, come quello della Flai per Le società di handling (i servizi aeroportuali di assistenza a terra).
Isindacati non sembrano però intenzionati a retrocedere e già nel tardo pomeriggio di oggi hanno confermato l’appuntamento: «Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di Garanzia - si legge in una nota delle due confederazioni -. Si tratta di un'interpretazione che non riconoscendo la disciplina dello sciopero generale, mette in discussione nei fatti l'effettivo esercizio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione a tutte le lavoratrici ed i lavoratori».
Esulta invece la Lega, compiaciuta del fatto che il garante abbia «castigato il capriccioso Landini» e confermando il giudizio già espresso da Salvini nei giorni scorsi. Atteggiamento non gradito a Cgil e Uil, che alle stoccate di Landini contro il leader leghista («non ha mai lavorato»), hanno aggiunto quelle di Pierpoalo Bombardieri: «Prima di parlare di fatica, scioperi e lavoro il ministro Salvini dovrebbe andare a lavorare».
A smorzare i toni ci ha provato invece il leader della Cisl, Luigi Sbarra, che ha parlato di una polemica «sbagliata», ma non ha evitato di criticare i colleghi di Uil e Cgil: «La commissione è istituita dalla legge e ha il compito di tenere in equilibrio e contemperare il diritto di sciopero e i diritti fondamentali dei cittadini per quanto riguarda i servizi pubblcii essenziali - ha detto. È un problema di procedure e quindi andrebbe chiesto ai colleghi degli altri sindacati che hanno attivato questa procedura, se tutto questo è conforme e coerente con la legge. La Cisl da sempre è abituata a rispettare le norme legislative. Penso sia sbagliato questo clima di polemiche: concentriamoci per lavorare insieme, per migliorare la legge di bilancio e per costruire le condizioni per lanciare la sfida di un nuovo e moderno patto sociale per la crescita, lo sviluppo, il lavoro e la coesione sociale».
A sostenere Landini e Bombardieri è stato invece il Pd, già domenica con la segretaria Elly Schlein, e poi di nuovo oggi con Andrea Orlando: «Per gli scioperi dei sindacati autonomi negli ultimi mesi il garante non ha avuto obiezioni. Per lo sciopero di Cgil e Uil sì - ha osservato l’ex ministro del Lavoro -. Sarà interessante leggere la delibera e capire il perché». Una posizione rafforzata dalla richiesta formale di Arturo Scotto per un’audizione urgente dal garante: «Salvini è un ignorante che non sa che i lavoratori ci rimettono di tasca propria quando si astengono dal lavoro - ha attaccato il capogruppo Pd in commissione Lavoro a Montecitorio -. A differenza di chi da uno scranno ministeriale può sparare qualsiasi fesseria senza pagare pegno. Non ci fidiamo di chi usa il proprio potere per condizionare organismi che dovrebbero essere terzi. Vogliamo capire come e’ andata davvero. E vogliamo capirlo in Parlamento».