Marco Reguzzoni, incalzato dai cronisti dopo lo show della Lega ieri a Milano, quando i consiglieri del Carroccio hanno abbandonato l'aula al suono dell'inno di Mameli, dice a Montecitorio: "Cosa faremo domani? Non lo so, io non sarò in aula, starò con i bambini, visto che l'asilo è chiuso". Roberto Calderoli, avvicinato alla Buvette, per non schierarsi accampa la scusa che sta mangiando e non può rispondere sulla posizione della Lega a proposito dei festeggiamenti dell'unità d'Italia. Ma la pura verità la dice il ministro leghista Roberto Maroni che, accerchiato dai giornalisti sbotta in Transatlantico: lasciatemi in pace!". Insomma la Lega lancia il sasso e ritira la mano, anche perchè sul suo atteggiamento sono piovute un diluvio di critiche. Da Massimo D'Alema innanzitutto, che dice a Montecitorio: "È uno scandalo", perchè "È del tutto evidente che un partito di governo ha il dovere di onorare l'anniversario dell'unità d'Italia", insistendo "è un atto intollerabile, una cosa grave". Ma D'Alema ha tenuto ad aggiungere, chiamando in causa direttamente Berlusconi, che "la Lega è notoriamente non responsabile, dunque questo è un problema che riguarda il capo del Governo, che chiama in causa la responsabilità personale del presidente del Consiglio". A chiedere le dimissioni della Lega è anche l'Idv con Antonio di Pietro e Massimo Donadi, che non usa mezzi termini: "È ora di finirla con questa pantomima ridicola diventata ora intollerabile: se la Lega non ritiene di festeggiare la festa nazionale dei 150 anni dell'Unità d'Italia si assuma le proprie responsabilità politiche ed esca dal governo. Il silenzio di Maroni - aggiunge Donadi -, quel 'lasciatemi in pacè ai cronisti che gli chiedevano della partecipazione sua e della Lega alle celebrazioni, è un'offesa profonda allo Stato, ai cittadini, all'istituzione che rappresenta". Durissimo anche l'Udc, che con Casini e Cesa parla di "atto vergognoso". Il leader dell'Udc non vuole nemmeno più parlare della Lega, avverte i cronisti, "perchè è una perdita di tempo" ma le critiche non vengono solo dalle opposizioni. Anche all'interno della maggioranza si avverte qualche segnale di fastidio, soprattutto nell'area ex An. la Lega lascerà 'libertà di coscienzà ai propri parlamentari sul partecipare o meno ai festeggiamenti di domani a Montecitorio per i 150 anni dell'unità d'Italia? La scelta non piace affatto per esempio a Ignazio La Russa che, interpellato dall'Agi a Montecitorio, sbotta: "La Lega cresca, e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all'identità nazionale.La Lega cresca, ripeto, e smetta di seguire le minoranze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo che Bossi per primo ha abbandonato".Pier Luigi Bersani intanto ha sollecitato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a prendere atto di non avere più una maggioranza se la Lega, come ha preannunciato, diserterà domani la seduta del Parlamento per l'Unità d'Italia. "Se domani un partito della sua maggioranza non viene in Parlamento, lui deve dire che la sua maggioranza non c'è più", ha spiegato il leader del Pd ai cronisti alla Camera."Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera", ha ricordato, e "su questo non si può scherzare".