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INTERVISTA. Frattini: «Macro-Regione una follia il Pdl rischia un "processo" del Ppe»

Arturo Celletti sabato 12 gennaio 2013
«L a macro-regione che ha in testa la Lega è una follia, una con­traddizione insanabile con gli Stati Uniti d’Europa e con la visione del Par­tito popolare europeo». Franco Frattini 're­gala' una pausa leggera e interroga Berlu­sconi: «Il Pdl da che parte sta? Lui da che parte sta? Lo dica, perché presto il Ppe vorrà capire».
L’ex ministro degli Esteri ha deciso di aiutare Monti restando fuori dal Parla­mento. Di essere il suo 'generale di colle­gamento' con la famiglia europopolare: Martens lo ha appena confermato alla gui­da del gruppo di politica estera per tutto il 2013. E ora, proprio con la testa a Bruxelles, mette in guardia il Cavaliere: «Non ti isola­re, non permettere che gli egoismi della Le­ga infanghino la tua storia solidaristica ed europeistica. Il Pdl è la forza maggiore, fat­ti sentire: all’Italia non fa bene essere rap­presentata in Parlamento da una coalizio­ne che parli con i toni del Carroccio».
Davvero crede che Berlusconi voglia for­zare la mano?
Può farlo, deve farlo. Tanti nel Pdl sono fer­mamente contrari a regalare l’intero Nord alla Lega. E tanti ammettono, sottovoce, che siglare quell’intesa è stato un errore imper­donabile.
Imperdonabile?
È imperdonabile tornare all’idea di separa­re l’Italia creando un’area in cui si tratten- gono le imposte fino al 75 per cento. Ed è im­perdonabile non capire che così si drenano risorse a scapito delle regioni più povere. O peggio, capirlo e anzi teorizzarlo. Così si pas­sa il limite, così si dà spazio a una visione e­goistica del federalismo e si sfregiano i prin­cipi di solidarietà del Ppe.
Qual è il progetto della Lega?
Autonomizzarsi. Maroni vuole conquistare l’area che con la Baviera è la più produttiva d’Europa. Vuole governarla e così rendersi autonomo. E allora insisto: Berlusconi anteponga gli idea­li e i valori dell’Eu­ropa alla prospetti­va di guadagnare qualche voto in più con la Lega. Anche perché in queste o­re vedo silenzi che fatico a capire.
Silenzi di Berlusconi?
Pensavo ad altri silenzi. Quando sento che la Lega minaccia di rifiutare l’apparenta­mento con una lista politica solo perché ha il nome dell’inno nazionale e vedo i miei colleghi di Fratelli d’Italia incapaci di qual­siasi reazione, penso che c’è qualcosa che non va. Sarebbe stato bene se avessero mes­so il Carroccio nell’angolo.
Crede che sarebbe meglio un Parlamento senza Lega?
No, è sempre meglio che i movimenti con posizioni radicali stiano dentro; nelle piaz­ze possono solo alimentare il malcontento sociale e questo sarebbe ancora più peri­coloso.
C’è chi parla di provvedimenti del Ppe ver­so il Pdl. Solo voci?
Il Ppe non entrerà mai a gamba tesa nelle elezioni italiane. Ma c’è molto da rivedere nel Pdl e nella Lega: la Germania va aiutata a progredire verso una maggiore solidarietà europeista, non serve a nulla puntare l’in­dice contro Berlino, come ho visto fare a Maroni e a Brunet­ta con toni assolu­tamente inaccetta­bili.
Ma il Ppe può "pro­cessare" il Pdl per il caso macro-regio­ne?
Può farlo, può chie­dere conto al Pdl di cosa sta succedendo. La Lega non è parte del Ppe, ma il Pdl sì. E se la macro-regione diventasse un progetto politico sarebbe inevitabile una contesta­zione politica del bureau politico del Ppe, che avrebbe il dovere di esaminare il caso nel dettaglio. Vede, quando l’ex cancelliere au­striaco Schüssel diede vita al governo con Haider, il bureau si riunì per chiedere con­to dei propositi razzisti del leader della Ca­rinzia.