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Lecce. Intimidazione alla giudice sotto scorta: testa di capretto davanti a casa

Antonio Maria Mira sabato 3 febbraio 2024

Nuova grave minaccia alla giudice di Lecce, Maria Francesca Mariano, da cinque mesi sotto scorta. Rientrando a casa ha trovato davanti alla porta una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto in cui è scritto “Così”.
La magistrata, gip del Tribunale di Lecce, e precedentemente giudice in Corte d’Assise, era finita sotto tutela a fine settembre insieme alla pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero. Era stata intercettata una lettera uscita dal carcere Borgo San Nicola di Lecce che le minacciava di morte. Minacce legate all’operazione Wolf del 17 luglio contro il clan “Lamendola-Cantanna”, facente parte della frangia mesagnese della Sacra Corona Unita, nel quale la gip aveva emesso 22 misure di custodia cautelare al termine dell’inchiesta condotta dalla pm, scrivendo a proposito del clan “di una forza di intimidazione che aveva piegato il territorio”. A fine novembre la scorta era stata rafforzata a entrambe dopo che una seconda lettera contenente sempre minacce di morte era stata recapitata alla Mariano, ma con analoghe minacce per la Ruggiero. A preoccupare ulteriormente il fatto che fosse scritta col sangue. “Fa parte del nostro lavoro”, si era limitata a dirci tre mesi fa. Aggiungendo però che i mafiosi sembrano reagire ancora di più contro i magistrati donna. “Pensano che la donna sia più emotiva, e quindi sia più fragile, meno resistente. Invece la donna non avrà la forza fisica quanto l’uomo, però dal punto di vista della resistenza e della forza interiore non ha eguali. Non teme rivali”. Ora però è arrivata la terza grave intimidazione, tipicamente mafiosa, che viene presa molto seriamente.

Sull’ accaduto indagano la Squadra Mobile di Lecce e la Digos. Mentre il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato già nella mattina di venerdì dal prefetto di Lecce Luca Rotondi, ha stabilito nuove, ulteriori e più severe misure di sicurezza per le due magistrate. La gip Mariano, originaria di Galatina, in provincia di Lecce, entrata in magistratura a 24 anni, il più giovane magistrato italiano, è oltretutto un personaggio noto anche per le tante iniziative pubbliche sui temi della legalità, in particolare nelle scuole, alle quale prende parte. E che non ha abbandonato neanche da quando vive sotto scorta. Sulla vicenda è intervenuta la giunta esecutiva dell’Anm di Lecce, Brindisi e Taranto, che auspica “una celere e ferma risposta degli organi investigativi nell’individuazione dei responsabili” e “ribadisce la condanna di ogni forma di condizionamento all’imparziale e indipendente esercizio della giurisdizione”.