Senzatetto. Le diocesi in campo per l'emergenza freddo. A Roma una chiesa aperta
(Foto Ansa)
Una donna fissa dimora è stata trovata morta nella tarda serata di ieri in una roulotte in disuso che utilizzava come ricovero di fortuna in via di Santa Petronilla, in zona Tor Marancia a Roma. Sul corpo non sarebbero stati riscontrati segni di violenza. Si ipotizza che il decesso della donna, una romana di 53 anni, sia legato al freddo. La salma è stata portata al policlinico Tor Vergata per l'autopsia. Da sabato scorso intanto circa 30 persone tra italiani e stranieri che vivono per strada sono ospiti nella chiesa di San Calisto in Trastevere di Sant'Egidio, che si trova in zona extraterritoriale, ovvero appartiene al Vaticano.
Si moltiplicano le iniziative delle diocesi italiane per stare accanto ai senza dimora in questi giorni di gelo. Operatori e volontari, per altro attivi tutto l’anno, hanno intensificato gli sforzi per far fronte all’emergenza invernale. A Milano, la Caritas ambrosiana porta avanti il progetto “La città dimenticata”, che, dodici mesi l’anno, offre un’ampia gamma di servizi ad emarginati e senza dimora. Sempre sul territorio diocesano, a Varese è aperta Casa San Carlo, che offre dieci posti letto per uomini (a febbraio diventeranno venti) e altri quindici in appartamenti per l’autonomia. A Lecco, è attivo il rifugio Caritas di Casa Vincenza, con 25 posti, di cui 5 per le donne.
A Mantova, al dormitorio pubblico di 25 posti è stata aggiunta una tenda riscaldata con altri dieci letti. Ogni sera, inoltre, volontari portano bevande calde e coperte a chi non vuole accedere ai servizi. Uscite notturne sono effettuate anche dagli operatori della Caritas di La Spezia, dove il dormitorio da cinquanta posti è aperto 24 ore al giorno. Attiva a pieno regime la rete dei servizi del “Progetto emergenza freddo” a Trieste, dove il direttore della Caritas diocesana, don Alessandro Amodeo, ha dato disposizione di accogliere chiunque si presenti alle strutture di ricovero e alla mensa, dove sono distribuite bevande calde. Anche a Torino sono stati aumentati i posti nei dormitori, mentre sono circa venti le parrocchie che accolgono i senza dimora per la notte. Da martedì, ai 20 posti del dormitorio di Caritas e Sermig ne sono stati aggiunti altri quindici proprio per fronteggiare il gelo di questi giorni. Un dormitorio è stato aperto anche a Savigliano e un altro a Rivoli per sette posti, oltre a cinque alloggi per sfrattati.
Per i circa duecento senza dimora di Rimini, la Caritas diocesana ha organizzato una raccolta di coperte, vestiti invernali e medicinali da banco, invitando la popolazione a segnalare situazioni di persone in difficoltà e a indirizzarle ai servizi di assistenza. Per la notte, la diocesi di Udine ha aperto l’asilo notturno, con 23 posti, “Il Fogolar”, gestito dalla Caritas. Altri 53 senza dimora sono accolti nel dormitorio Caritas aperto fino a maggio. Inoltre, due sere la settimana, l’unità di strada, con due operatori, monitora la situazione nelle zone più sensibili della città. Si chiama “Porta aperta” l’associazione di volontariato che, a Modena, da quasi quarant’anni, promuove servizi a favore di senza dimora ed emarginati. Oltre alla mensa del Vescovo, che distribuisce 80 pasti al giorno e all’ambulatorio medico che effettua 1.600 visite all’anno, l’unità di strada assiste i clochard con generi di prima necessità, mentre il centro di accoglienza mette a disposizione 25 posti letto per la notte.
Anche la diocesi di Piacenza-Bobbio, che da vent’anni gestisce una struttura di prima accoglienza per i senza dimora, ha aperto, da tre anni, un centro per l’accoglienza maschile nella Parrocchia della Sacra Famiglia e due per le donne, gestiti con il Comune e l’associazione Arcobaleno. Per senza dimora e famiglie in difficoltà sono, inoltre, presenti sul territorio diversi appartamenti sociali. Posti aggiuntivi anche nella struttura notturna della Caritas di Matera, che sono stati portati da 22 a 30 proprio per fronteggiare l’ondata di freddo. Inoltre, la mensa offre ogni giorno pasti caldi a una settantina di persone.
GENOVA.«ANCHE UN SEMPLICE SCALDAMANI PUO' AIUTARE A SALVARE UNA VITA»
Aiutare chi trascorre la notte in strada, in questi giorni di freddo eccezionale, portando cuscini termici e scaldamani. La proposta è di don Valentino Porcile, parroco della chiesa della Annunziata di Genova Sturla che ha lanciato l’idea tramite i social network. «Molte persone hanno già risposto», dice il sacerdote. L’idea è di far arrivare ai clochard i cuscinetti che, schiacciati, producono calore per alcune ore. «Aiutateci. Portatecene qui in parrocchia a Sturla, e noi li portiamo ai poveri», ha scritto don Porcile sui social network. Don Valentino ha anche messo a disposizione i locali della propria parrocchia, «ma molti poveri, e chi li conosce bene, lo sa – ha sottolineato – non vogliono lasciare il loro posto in strada, dove dormono, neanche con questo freddo». E anche «in pieno centro città, anche ora di giorno, trovi poveri avvolti nei cartoni e nelle coperte: bisogna portare loro il caldo perché non muoiano di freddo. Non possiamo restare indifferenti. Non possiamo pensare di leggere sul giornale che un’altra persona per strada è stata trovata morta assiderata». Per molti di noi, ha precisato, sono «piccole cose, alcune di queste si vendono anche nei negozi sportivi a bassissimo prezzo, ma possono salvare una vita umana e di fronte alla notizia che una persona viene trovata morta di freddo in mezzo ad una strada dobbiamo ribellarci. Non dobbiamo permettere che una cosa del genere accada».
NAPOLI. "FRATELLO FREDDO" , L'APPELLO DI SEPE PER L'ACCOGLIENZA STRAORDINARIA
Se il Vesuvio imbianca e le temperature scendono sotto lo zero, aumenta l’emergenza per chi vive in strada. Ecco allora che la diocesi di Napoli si mobilita e lancia un appello alla cittadinanza a farsi prossimo per i senza dimora. Innanzitutto ampliando di 25 posti - per volontà del cardinale Crescenzio Sepe - l’accoglienza dei senza dimora presso l’associazione 'Centro La Tenda' (in via Sanità 95-96). La struttura, che si trova nel cuore di Napoli, si occupa nel quotidiano di offrire accoglienza notturna a circa 120 senza dimora offrendo un letto, un pasto serale e la colazione: in questi giorni accoglierà altre persone in difficoltà. Per i senza dimora è partita anche una raccolta straordinaria di coperte e piumoni consegnati sempre a 'La Tenda. «Vestire gli ignudi è la terza opera di misericordia corporale che guida l’attività pastorale dell’arcidiocesi rivolta ai fratelli che sono spogliati della loro dignità, dei diritti, di senso della vita, di rispetto – dice il direttore Caritas don Enzo Cozzolino – con la generosità di tanti, siamo riusciti ad alleviare, almeno in parte, le loro sofferenze». «Ai più soli hanno pensato – aggiunge don Enzo – i volontari, oltre che con la distribuzione di pasti caldi, con un’ulteriore uscita serale per distribuire thè caldo». Il progetto 'Fratello freddo' è nato a Napoli nel 1995, quando, per le temperature rigide, iniziò la distribuzione di panini, vestiario, assistenza medica, a chi vive in strada.